I plagi, veri o presunti, tengono banco tra l'opinione pubblica italiana.

Non solo quello della canzone portata a Sanremo da Ermal Meta e Fabrizio Moro, ma anche quelli che caratterizzerebbero il programma presentato dal Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni politiche.

L'ACCUSA - Come è stato fatto rilevare dal Post, infatti, molte parti delle "buone intenzioni" messe nero su bianco dai candidati grillini sarebbero riprese, in alcuni casi pari pari, non solo da studi e rapporti, ma anche da pagine di Wikipedia, articoli di giornale e, addirittura, proposte di legge presentate dall'"odiato" Partito Democratico. Sotto accusa, in particolare, è finita la parte del programma relativa allo "Sviluppo economico".

Quanto basta per innalzare il livello dello scontro politico.

"Di Battista insulta tutti noi dicendo che gli "italiani sono rincoglioniti", ironizza il segretario del Pd Matteo Renzi (prendendo spunto da una discussa dichiarazione del deputato grillino). Aggiungendo: "Solo lui è intelligente, gli altri non capiscono. Sarà per questo che il programma dei Cinque Stelle lo hanno copiato da Wikipedia".

A fargli eco, esponenti di destra e di sinistra.

LA REPLICA - Dal canto proprio, il M5S, cerca di stemperare: "Le parti che secondo loro sono copiate, e che sono chiaramente riportate, sono le parti analitiche. Traduciamo: di analisi dei dati e di studi di enti terzi. Certo che le abbiamo prese dai dossier e dagli studi scientifici, anche di esperti con i quali in questi 5 anni abbiamo sempre collaborato".

Per i detrattori, però, si tratterebbe di una replica incompleta. In molte parti il programma non recherebbe infatti alcuna nota o riferimento. E, oltretutto, non viene motivata la necessità di un eventuale ricorso a Wikipedia.

I PRECEDENTI - Non è la prima volta che in politica, come nella musica, ci si trova a discutere di plagi.

Nel 1999 l'allora governatore della Sardegna Mauro Pili fu travolto dalle polemiche per aver copiato il programma del collega Roberto Formigoni.

In Germania, nel 2013, il ministro dell'Istruzione Annette Schavan si dimise dopo la decisione dell'università di revocarle la laurea per aver preso altrove parti della sua tesi.

Più di recente, il Fatto Quotidiano ha accusato il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia di aver copiato parti della sua tesi di dottorato.

E le polemiche non hanno risparmiato nemmeno Melania Trump, che, in occasione di un importante discorso durante l'ultima campagna per le presidenziali Usa, riportò intere frasi riprese da un altro discorso, farina del sacco nientemeno che di Michelle Obama.

LE NOTE SONO SETTE - Per molti, comunque, non ci sarebbe nulla di grave a "cercare ispirazione" altrove.

Nella musica, ad esempio, di fronte a un presunto plagio, si suole dire che "le note, dopotutto, sono sette".

In politica, essendo la competenza basilare, forse è più difficile far passare la linea morbida.

Di certo, aveva ragione Mark Twain, quando disse: "Che bella cosa aveva Adamo. Quando diceva una cosa buona sapeva che nessuno l'aveva mai detta prima".

(Unioneonline/l.f.)

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