"Ho il piacere di darvi una notizia: Domenico Fioravanti, il nuotatore olimpionico più medagliato, qualora i 5 Stelle dovessero governare il Paese, sarà il ministro dello Sport. Luigi Di Maio gli ha chiesto quest'impegno e lui ha dato la sua disponibilità".

Così Alessandro Di Battista, nel corso di un evento M5S a Pescara, ha annunciato un altro ministro della squadra di governo pentastellata.

Poi ha attaccato Berlusconi: "Dice che i nostri ministri sono incompetenti, ma lui è un rosicone e non ci sta più con la testa. Da domani dirà che Fioravanti non nuotava bene e che lui fa le vasche meglio".

Dopo l'annuncio sul palco è intervenuto anche il ministro dello Sport in pectore: "Mi reputo un uomo di sport ma anche al servizio dello sport, e per me sarà un grande onore e privilegio, ma anche una grande responsabilità rivestire il ruolo di ministro".

Un Fioravanti molto emozionato ha parlato la necessità di "valorizzare lo sport" e "spiegarlo ai nostri figli". Di lavorare per trasmettere ai giovani "le regole e i valori sani, compreso il rispetto dell'avversario".

"Semmai sarò ministro - ha aggiunto - non sarò solo presente al taglio dei nastri, ma lo sarò in prima persona nelle palestre, nelle piscine e negli impianti sportivi per mostrare che non siamo solo figurine".

Fioravanti ha vinto due ori olimpici nel 2000 a Sidney, conquistati nei 100 e nei 200 rana.

Il suo nome si aggiunge ai quattro resi noti ieri da Luigi Di Maio: quelli di Pasquale Tridico, economista, al Lavoro e la Previdenza Sociale; Alessandra Pesce all'Agricoltura; Giuseppe Conte, professore di diritto privato alla Pubblica amministrazione, de-burocratizzazione e meritocrazia; e Lorenzo Fioramonti, economista, allo Sviluppo economico.

Il candidato premier pentastellato ha inviato, in maniera irrituale, la lista dei ministri al presidente della Repubblica. Poi li ha iniziati ad annunciare alla spicciolata: domani l'evento a Roma in cui saranno presentati tutti e 18 i ministri di un ipotetico governo pentastellato.

Una sorta di reality show, fatto più per solleticare l'elettorato che per "responsabilità istituzionale", come dice Di Maio. Perché i 5 Stelle conoscono la legge elettorale e sanno bene che - pur essendo il primo partito - non avranno mai i numeri per governare e ottenere la fiducia nel prossimo Parlamento. A meno che non concludano accordi con altre formazioni politiche, accordi che non possono prescindere dai ministeri.

(Unioneonline/L)

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