Con la caduta del governo Draghi e la fine anticipata della legislatura, i partiti iniziano ad affilare le armi in vista delle elezioni del 15 settembre.

E se il centrodestra si presenterà come sempre unito, ricompattato dal voto al Senato che ha portato Lega e Forza Italia sulla linea di Fratelli d’Italia, dall’altra parte della barricata il cosiddetto campo largo è stato affossato dalla decisione del Movimento 5 Stelle di non votare la fiducia a Draghi.

"Io penso che con i tre partiti che hanno fatto cadere Draghi è impossibile fare alleanze elettorali in questa tornata", ha detto il segretario del Pd Enrico Letta.

E se Giuseppe Conte tende la mano (“Noi siamo una forza progressista, che guarda alla giustizia sociale, alla transizione ecologica e digitale, poi spetta al Pd fare le sue scelte”), Letta taglia corto: “Molto complicato immaginare che coincidano di nuovo le nostre strade dopo una scelta come quella di ieri. Conte ha fatto una scelta sbagliata per l’Italia, il Paese ora è spaventato e timoroso”.

Di Maio attacca Conte e Salvini: “Il governo è stato buttato giù da due forze politiche che strizzano l’occhio a Putin, ora i partiti accolgano l’invito di Mattarella”. E sulla possibile candidatura di Di Battista nel Movimento: “Ormai io e Alessandro non abbiamo più nulla in comune”.

“Alle elezioni sarà area Draghi contro area Putin”, assicura Renzi, che poi lancia un ramoscello (e un avvertimento) al Pd: “La prima ipotesi è lo schieramento più ampio di centrosinistra se si vuole vincere contro la destra. O il Pd decide di fare la corsa in solitaria e noi abbiamo lo spazio al centro che può andare in doppia cifra. Altrimenti andremo da soli e siamo sicuri di superare il 5 per cento: diremo ‘col 2 per cento abbiamo mandato a casa Conte, dateci il doppio e vedrete’”.

Sul fronte del centrodestra Salvini rilancia su immigrazione, pensioni e pace fiscale, Giorgia Meloni è pronta al voto e dà l’ok alla calendarizzazione dei provvedimenti per il Pnrr. 

Mentre Silvio Berlusconi accusa Draghi (“Non voleva fare il bis, forse era stanco”), attacca i transufghi Brunetta, Gelmini e Carfagna e assicura: “Io sarò ancora qui in campo perché sento la responsabilità di essere presente con la mia azione per il mio Paese. Io sarò tutti i giorni qui a raccontare il programma che ho già scritto per il 2023 e che conterrà novità. È un programma veramente avveniristico che porterà il cambiamento per l'Italia”.

(Unioneonline/L)

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