Il Movimento 5 Stelle potrebbe drasticamente cambiare linea sul finanziamento pubblico ai partiti. Dopo aver fatto per anni un punto d’onore il non dover dipendere dal denaro degli elettori e dopo che il sistema di auto-finanziamento tramite i contributi versati dai parlamentari – i cosiddetti rimborsi – è entrato in crisi, a causa delle mancate o ritardate restituzioni di molti, i pentastellati valutano infatti l'iscrizione del Movimento al registro dei Partiti che permette l'accesso ai fondi del 2X1000 in dichiarazione dei redditi.

La decisione passerà però da un voto online tra gli iscritti M5S, che si aprirà lunedì e che durerà 24 ore. Lo ha annunciato lo stesso sito dei grillini, spiegando che nella stessa sessione di voto gli iscritti potranno anche esprimersi sulla destinazione dei fondi delle restituzioni dei parlamentari pentastellati. 

La possibile svolta non piace però a molti esponenti “ortodossi” del Movimento. Come il senatore Vincenzo Presutto, che ha dichiarato: “Non sono d'accordo. Non ci sono fondi pubblici che possano valere un cambio di rotta così radicale".

E anche Alessandro Di Battista attacca: "Il Movimento ha chiesto un mucchio di volte denari ad iscritti, attivisti e simpatizzanti e di denari ne arrivavano sempre. Decine di migliaia di piccole donazioni che ci hanno permesso di organizzare ogni tipo di evento”, ha scritto sui social. Aggiungendo: “I soldi arrivavano perché c'era identità. Il Movimento non aveva sedi lussuose ed era un bel Movimento". Ora invece, prosegue Di Battista, “il neo-movimento si avvita su se stesso. Incapace di ottenere donazioni puntando sull'identità (e ti credo, governa con Renzi, Salvini, Bonino, Berlusconi, Letta e sotto Draghi) segue la strada di tutti gli altri partiti. Una strada – conclude Di Battista - che un tempo non avrebbe imboccato nemmeno sotto tortura".

(Unioneonline/l.f.)

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