Nel governo gialloverde si apre un nuovo fronte di scontro, quello sulla crisi politica del Venezuela, dopo che il capo dell'Assemblea nazionale Juan Guaidò si è autoproclamato presidente ad interim, in contrapposizione a Nicolas Maduro.

Se il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, vorrebbero che l'Italia si aggregasse all'ultimatum lanciato da Germania, Francia e Spagna - nuove elezioni entro 8 giorni oppure il riconoscimento di Guaidò -, le posizioni all'interno dell'esecutivo sono tutt'altro che univoche.

"Firmare l'ultimatum Ue al Venezuela è una s*******a megagalattica", ha dichiarato Alessandro Di Battista su Facebook, "è lo stesso identico schema che si è avuto anni fa con la Libia e con Gheddafi. Qua non si tratta di difendere Maduro. Si tratta di evitare un'escalation di violenza addirittura peggiore di quella che il Venezuela vive ormai da anni".

L'esponente del Movimento 5 Stelle ha poi attaccato il vicepremier Matteo Salvini, che si era scagliato contro Maduro "sta piegando con la violenza e con la fame un popolo e lo dico perché ci sono anche tanti italiani in Venezuela che stanno soffrendo".

Il ministro dell'Interno aveva poi auspicato che "il governo italiano abbandoni ogni prudenza e sostenga il popolo venezuelano e il suo diritto a libere elezioni e alla democrazia".

"Mi meraviglio di Salvini che fa il sovranista a parole ma poi avalla, come un Macron o un Saviano qualsiasi, una linea ridicola", ha criticato Di Battista, "in pratica l'Ue dice: 'Maduro convochi le elezioni entro 8 giorni o noi legittimiamo uno che si è auto-proclamato Presidente'. Ma che razza di ragionamento è? Io non ci sto".

(Unioneonline/F)
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