I grandi elettori, il voto segreto, il quorum: come funziona l’elezione del Capo dello Stato
Sono 1008 o 1009 i grandi elettori che si riuniranno a Montecitorio (forse non tutti dentro l’aula vista l’emergenza Covid)Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Inizia la corsa al Colle. Il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato il 24 gennaio il Parlamento in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica che succederà a Sergio Mattarella, ormai giunto alla fine del suo settennato.
Il Capo dello Stato viene eletto nell’aula di Montecitorio, presieduta dal presidente della Camera. L’aula viene opportunamente risistemata per consentire a tutti i grandi elettori di prendere posto, ma per via del Covid quest’anno le cose potrebbero cambiare. Probabilmente infatti non sarà consentito a tutti gli elettori di restare in aula.
CHI SONO GLI ELETTORI – Tutti i deputati, tutti i senatori e tre rappresentanti per ogni Regioni (esclusa la Valle d’Aosta che ne porta solo uno). Dunque saranno 1008 o 1009, dipende se sarà proclamato prima del 24 il seggio del democratico Porta, subentrante ad Adriano Cairo. L’11 gennaio il Consiglio regionale sardo dovrebbe decidere i tre grandi elettori dell’Isola: per prassi ci vanno il presidente della Regione, il presidente del Consiglio regionale (dunque Christian Solinas e Michele Pais) e un esponente dell’opposizione (forse il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, già grande elettore di Mattarella).
IL QUORUM – Nelle prime tre votazioni è richiesta la maggioranza di due terzi dei componenti dell’Assemblea, dunque in questo 672 o 673 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa e per essere eletti basta la maggioranza assoluta, pari a 505 voti. Sulla cadenza delle votazioni non c’è una prassi consolidata, la seduta comune è considerata un’unica seduta anche se va avanti per diversi giorni.
LA VOTAZIONE - Per consuetudine votano prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. La "chiama" dei grandi elettori è ripetuta due volte. Ognuno, per assicurare la segretezza del voto, entra nelle cabine poste sotto il banco della presidenza, dette “catafalchi”, e scrive il nome del candidato che intende votare nella scheda che gli viene consegnata dal commesso e che è timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Quindi, uscito dalla cabina, deposita la scheda nell'urna di vimini e raso verde, ribattezzata "l'insalatiera".
LO SPOGLIO - Lo fa il presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell'ufficio di presidenza di Montecitorio.
I RISULTATI - Vengono letti all’Assemblea al termine dello spoglio, per ogni votazione. Per essere messe a verbale le preferenze ai candidati devono essere almeno due. Chi riceve un solo voto viene conteggiato tra i voti dispersi.
(Unioneonline/L)