Via libera con 31 sì e 20 no alla manovra da 10 miliardi di euro, la prima di questa legislatura, ma in ritardo di quattro mesi. Quasi la metà (4,2 miliardi) sono stanziati per la sanità. Il Consiglio regionale ha approvato alle 23.30.

Un bilancio con scarsa massa manovrabile (appena 300 milioni) che ha reso difficile l’intesa tra schieramenti per un via libera rapido. Accordo poi arrivato ma non sufficiente a soddisfare tutte le richieste della minoranza in tema di sanità, trasporti e istruzione. Una legge di bilancio, ha detto l’assessore Giuseppe Meloni, «che dà tante risposte ai sardi, al mondo produttivo, del lavoro, degli enti locali, ma anche sul fronte dei trasporti, dell’università, sui danni causati dalla blue tongue».

Tra le misure più importanti, l’aumento del fondo unico degli enti locali di cento milioni nel triennio, venti milioni alle Province per la manutenzione di strade e scuole, venti milioni per il fondo regionale delle università, 12 milioni per i danni causati alle aziende dalla blue tongue, 12 milioni per l’accordo integrativo dei medici di medicina generale, 20 milioni per il finanziamento della legge sull’artigianato. In legge anche i 30 milioni per potenziare il ruolo della Regione nel processo di fusione degli aeroporti. Quest’ultima norma ha fatto molto discutere, considerato che il centrodestra chiedeva il dirottamento dei fondi su «vere emergenze».

Sui trasporti, c’è anche lo stanziamento delle risorse della continuità aerea per il triennio: 35 milioni per il 2025, 80 per il 2026, 80 per il 2027.

«Sono state accolte alcune delle nostre proposte - ha commentato il capogruppo di Fdi Paolo Truzzu - molte altre non sono state nemmeno prese in considerazione. In generale - ha aggiunto - è una manovra che non ha strategia, non ha visione, cerca di mettere delle pezze ai problemi che ci sono, rincorre le emergenze, ma non ci dà un'idea di Sardegna per il futuro»

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