Fallisce il referendum sulle trivelle: alle urne affluenza del 32,1%
E' fallito il referendum sulle trivelle.
Ha votato infatti il 32,15% degli elettori, un dato lontano dal 50% più uno che era necessario per renderlo valido.
In Sardegna l'affluenza è stata del 32%.
Nel dettaglio in provincia di Cagliari ha votato il 32,05%, in quella di Nuoro il 32,04, in quella di Sassari il 33,24, in quella di Oristano il 36,02, in quella di Carbonia Iglesias il 29,46, nel Medio Campidano il 32,87, in Ogliastra il 25,34 e in quella di Olbia Tempio il 28.88.
Il quorum è stato raggiunto solo in Basilicata dove l'affluenza è stata del 50,3%
Il premier Renzi ha commentato il dato affermando che il risultato è chiaro.
"Gli sconfitti- ha detto - sono quei pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di Regione che ha voluto cavalcare a tutti i costi un referendum per esigenze personali, particolari. Un referendum voluto pervicacemente per esigenze di conta interna da parte di qualcuno".
"E' stato inutile buttare via 300 milioni di euro per questo referendum - ha aggiunto - quando la prima cosa che viene chiesta alle Regioni è di abbattere le code per la sanità.
Con quella cifra avremmo potuto acquistare 350 nuove carrozze per il trasporto pendolare".
Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che a metà mattina ha votato “no” nel seggio di via Crispi a Cagliari, ha sottolineato: "Un referendum dovrebbe concentrarsi sul merito delle questioni.
Qui invece una parte dei sostenitori del Sì ha cercato di fare altro, di convincerci che si trattava di scegliere tra chi è a favore delle trivelle e chi è contro.
Sbagliato, perché anche tra chi ha votato no e chi si è astenuto, moltissimi non vogliono sentire parlare di nuove trivelle.
In questo referendum, in ciò che è rimasto del ben più importante referendum iniziale, si trattava di scegliere se tenere aperti i pochi impianti in funzione fino all’esaurimento dei giacimenti oppure no. Tutto qui.
Nella transizione che tutti auspichiamo verso un futuro fatto di energia prodotta da fonti rinnovabili, il metano servirà ancora per molti anni.
Lo confermano i più ambiziosi accordi internazionali sul clima. In questo quadro, portare a esaurimento i pochi impianti in funzione è perfettamente ragionevole. Il risultato di oggi dimostra che per la maggioranza degli elettori questo è il momento della concretezza, del dare risposte ragionevoli a domande semplici, del tenersi lontano da ideologismi astratti".