Prepariamoci: il mantra delle prossime settimane sarà l'Unione europea.

Non si tratterà di discutere 'uscita o permanenza nell'alveo dell'euro', dal momento che il nostro Paese avrà ben altre questioni interne da risolvere prima di affrontare il tema Europa. Ma torneremo a interrogarci sullo stato di un'Unione che periodicamente viene messa in discussione e che ha innegabili debolezze da sanare o paragrafi da riscrivere.

Per dieci anni la crisi economica ha impedito di farlo, ma forse oggi la situazione è cambiata e dietro l'angolo ci sono le prossime elezioni del 2019 per il rinnovo del Parlamento europeo.

Schierarsi richiede anzitutto di liberare il campo da falsi miti su cui soffiano i vari movimenti populisti, ma anche presentare il conto a Bruxelles per gli errori commessi o le promesse tradite.

Tra le analisi più recenti e approfondite, che vanno oltre il puro gradimento dei cittadini europei, c'è lo studio Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) del 2017, un fact checking che analizza l'operato dell'Unione, tra vittorie e sconfitte.

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L'EURO HA FATTO AUMENTARE I PREZZI? FALSO - Il Trattato di Maastricht e l'idea della moneta unica risalgono al 1992: da quel momento l'inflazione italiana è scesa, dopo aver toccato tra gli anni '70 e '90 tassi medi dell'11% e picchi del 20% e gli studi indicano che l'euro ha avuto un impatto minimo sulla curva dei prezzi. Forse, a pesare sull'accoglienza negativa ha pesato più un tasso di conversione con la Lira confuso e mal comunicato, insieme a innegabili speculazioni iniziali.

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ABBIAMO PERSO SOVRANITÀ MONETARIA? VERO - I Governi italiani hanno perso la possibilità di svalutare la nostra moneta, come avevano più volte fatte per rilanciare le esportazioni, ma va detto che la sovranità monetaria non è legata solo al fatto che sia gestita da un'autorità nazionale, quanto piuttosto dalla credibilità economica e politica che al dato Paese è riconosciuta in ambito internazionale. Prova ne sia la svalutazione della Lira del 1992, in piena crisi della Prima Repubblica, quando la nostra moneta perse il 20% del suo valore e fu preda di attacchi speculativi.

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IL RITORNO ALLA LIRA FAREBBE CRESCERE LE NOSTRE ESPORTAZIONI? FALSO - O meglio, è vero solo in parte: una Lira debole renderebbe appetibili le nostre esportazioni all'estero. Ma siamo un Paese importatore di materie prime, con la Lira ci costerebbero quindi di più. E in aggiunta per esportare bisogna produrre, e gli indicatori ci dicono che la produttività del nostro Paese cresce a rilento.

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SENZA L'EURO LA CRISI SAREBBE PESATA MENO? FALSO - Si potrebbe riassumere dicendo che "grazie" alla crisi l'Europa ha introdotto dei meccanismi di salvataggio, come il fondo Salva Stati, che hanno permesso di risollevare 5 Paesi, o gli interventi della Banca centrale europea per l'acquisto dei titoli di Stato o il quantitative easing per immettere liquidità nei vari sistemi finanziari.

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L'EUROPA HA UN'ARCHITETTURA INCOMPLETA? VERO - Perché un treno mantenga il passo serve che nessuno dei suoi vagoni esca dai binari: non serve imporre una moneta unica se le economie degli Stati membri vanno a velocità diverse. Perché questo avvenisse era necessario costruire un'ossatura politica dell'Unione che coordinasse le singole scelte, le riforme e gli interventi, e non solo le politiche di bilancio.

Barbara Miccolupi

(Unioneonline)
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