Con il sì del Movimento Cinquestelle "benedetto" anche dalla piattaforma Rousseau, in Parlamento il nuovo governo può contare sull'appoggio di tutti i gruppi, tranne Fratelli d'Italia. Leu è in forse, in attesa di valutare punti del programma e composizione dell'Esecutivo.

I tempi per la formazione del governo non sono ancora definiti: Mario Draghi salirà al Colle per sciogliere la riserva entro il fine settimana, quando avrà pronta la lista dei ministri, forse addirittura domani pomeriggio.

A quel punto si terrà la cerimonia del giuramento e poi il voto nelle Aule di Camera e Senato non prima di "martedì", è il pronostico del capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci.

Il futuro premier è ora impegnato sulla squadra di governo. A quanto pare non intende trattare nome su nome con i partiti e gli unici suggerimenti che è pronto ad ascoltare sarebbero quelli del Quirinale.

Il Pd intanto chiede "una squadra autorevole, formata nel rispetto del pluralismo politico e che rispetti la differenza di genere". Il sostegno dei Dem a Draghi viene confermato ancora una volta in Direzione, dove Nicola Zingaretti esprime anche molte preoccupazioni. Vede alzarsi una "generale marea antipolitica" che punta a "delegittimare il Pd" e a "destabilizzare" l'intero sistema politico. La Lega mette il dito nella piaga M5s e approfitta per sottolineare come di fronte a una divisione così profonda il proprio ruolo e quello di Forza Italia "sia ancora più importante".

(Unioneonline/D)
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