Ufficiale, Di Maio lascia il Movimento 5 Stelle. Lo scontro al calor bianco con Giuseppe Conte è partito da mesi e ha visto come ultimo tema del contendere l’invio di ulteriori armi a Kiev. Alla fine ha portato alla deflagrazione dei pentastellati, come confermato dal ministro degli Esteri in conferenza stampa in serata.

“Scelta sofferta”, ha detto Di Maio, “che mai avrei immaginato di dover fare. Oggi io e tanti lasciamo il M5s che da domani non sarà più la prima forza politica del Paese". "Dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare della storia – spiega - con l'Ucraina aggredita o la Russia aggressore. Le posizioni di alcuni dirigenti del M5s hanno rischiato di indebolire il nostro Paese". E ancora: "Pensare di picconare la stabilità del governo solo per ragioni legate alla crisi di consenso è da irresponsabili".

A Montecitorio e a Palazzo Madama si stanno raccogliendo le firme dei parlamentari che si riconoscono come vicini al ministro degli Esteri per la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo. Sarebbero 50 i deputati e 11 i senatori che hanno aderito al progetto, numeri destinati a crescere. Su 227 parlamentari (155 alla Camera e 72 al Senato) più di un quarto sarebbe pronto a passare con Di Maio, che questa sera è salito al Colle per essere ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 "Nessuno ha intenzione di creare una forza politica personale, ci mettiamo in cammino – ha scandito l’ex leader dei pentastellati -. Partendo dagli amministratori locali. Dovrà essere un'onda con al centro le esigenze territoriali. Non ci sarà spazio per l'odio, populismo, sovrani ed estremismi".

In base al regolamento servono 20 deputati per costituire un gruppo a Montecitorio, 10 a Palazzo Madama dove tuttavia i gruppi devono “rappresentare un partito o movimento politico che abbia presentato alle elezioni del Senato propri candidati con lo stesso contrassegno, conseguendo l'elezione di Senatori”.

Se alla Camera dunque non ci saranno problemi nella creazione di un gruppo parlamentare, al Senato chi sta con Di Maio potrà entrare nel Gruppo Misto all’interno del quale formare una componente.

I contatti tra Di Maio ed i deputati a lui vicini, è stato spiegato, si sono intensificati tra ieri sera e stamani. Ma il progetto ha radici più lontane, è nato durante le trattative sul Quirinale “quando la linea del M5S ha creato disagi a molti”, confida un senatore.

Il nuovo gruppo si chiamerà "Insieme per il futuro", sostengono parlamentari vicini al ministro, che contano di poter arrivare a una cinquantina di firme. 

Il progetto di Di Maio guarderebbe al 2023, a una formazione che parta dai territori, dalle esperienze degli amministratori locali e delle liste civiche. Per questo il primo cittadino di Milano, Beppe Sala, è considerato un interlocutore. L'obiettivo, in Parlamento, è quello di attrarre anche deputati e senatori dei gruppi di centrodestra ma in rotta con le forze di appartenenza. "I valori fondanti del M5s restano e ce li portiamo con noi", è la spiegazione.

Alcuni nomi: il viceministro dell'Economia Laura Castelli, il questore della Camera D'Uva, Vincenzo Spadafora, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Fra i senatori ci sono Primo Di Nicola, Vincenzo Presutto, Trentacoste, Campagna, Donno, Vaccaro e Simona Nocerino.

(Unioneonline/L)

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