Chiusi i due forni, e senza neanche attendere le decisioni della direzione Pd, Luigi Di Maio chiede elezioni a giugno e prevede un “ballottaggio tra Lega e M5S”.

All’indomani dell’intervista in cui Renzi ha aperto al dialogo ma ha chiuso la porta di un governo Pd-M5S Di Maio, che già a caldo aveva stigmatizzato “l’ego smisurato” dell’ex premier, ha pubblicato un video su Facebook per spiegare agli elettori le prossime mosse del Movimento.

LE PAROLE DI DI MAIO - “Sono passati quasi due mesi dal giorno delle elezioni e noi, in modo serio e coerente, ci siamo impegnati per rispettare il voto dei cittadini e dare un governo di cambiamento a questo Paese. A causa di una legge elettorale assurda che permette anche a forze che perdono le elezioni, come FI, di rivendicare una pseudo-vittoria in nome di una coalizione di comodo”, attacca il capo politico pentastellato.

“Visto che abbiamo ottenuto un risultato straordinario ma non sufficiente avevo proposto un contratto alle altre forze politiche - continua – mai avrei pensato che fosse impossibile. Salvini ha preferito gli interessi di un condannato incandidabile a quelli degli italiani. Una cosa che per me è incomprensibile, anche perché tutti sanno che se Berlusconi avesse avuto i voti per fare una maggioranza con Renzi avrebbe mollato Salvini la notte tra il 4 e il 5 marzo”.

Poi la stoccata ai dem: “Un contratto di governo con il Pd era l’ultima cosa che avremmo voluto fare, ma questa legge ci imponeva di trovare una soluzione per gli italiani. Dopo la mazzata presa il 4 marzo sembrava che avesse iniziato a capire i suoi errori. Sembrava, perché ieri, anziché chiedere umilmente scusa per i danni fatti, ha attaccato me e M5S, chiudendo a qualsiasi ipotesi di contratto”.

Il capo politico pentastellato definisce “vergognosa la maniera in cui tutti i partiti stanno pensando al proprio orticello, stanno cercando in tutti i modi di fermare un governo del cambiamento per mantenere i loro sporchi interessi”.

Poi la conclusione: “A questo punto per me non c’è altra soluzione, bisogna tornare al voto il prima possibile”. Parla del mese di giugno Luigi Di Maio, e propone un ritorno alle urne senza cambiare la legge elettorale: “Tutti parlano di inserire un ballottaggio, ma il ballottaggio sono le prossime elezioni. Quindi, oggi dico a Salvini chiediamo insieme di andare a votare e facciamo il secondo turno a giugno. Visto che i partiti hanno paura del cambiamento, allora facciamo scegliere ai cittadini tra rivoluzione e restaurazione”.

Un Di Maio che torna alle origini dunque, che attacca tutti e non è più neanche l’ombra del democristiano abile a cambiare posizioni, proposte di alleanza e programmi elettorali che abbiam visto negli ultimi due mesi. Un Di Maio che si prepara a tornare al voto, dando per scontato un ballottaggio con Salvini anche se le regole pentastellate dicono che non potrebbe neanche ricandidarsi. E anche se il voto del Friuli - non a caso il furbo capo politico M5S non ne ha fatto cenno - certifica che i pentastellati, almeno in quella regione, hanno perso la metà dei voti rispetto a quelli ottenuti il 4 marzo.

CENTRODESTRA - Difficile che Matteo Salvini accolga la proposta del 30enne con cui ha flirtato e battibeccato per quasi due mesi. Per ora il leader leghista si limita a dare un due di picche "a Di Maio e compagni", tronfio della vittoria alle regionali in Friuli e forte di un gran risultato del centrodestra in generale e della sua Lega in particolare.

“Pur di non ammettere la sconfitta Di Maio, come un bambino capriccioso, vuole portarsi via la palla e non far giocare la partita a chi la può vincere. Il suo imbarazzante appello è: ‘Se non faccio io il premier non lo fa nessuno’. Ma l’Italia non può restare ferma per le sue poltrone, ora Mattarella rispetti la volontà popolare e dia l’incarico di governo al centrodestra”, rincara Giorgia Meloni.

“Grande vittoria del centrodestra, Di Maio stratrombato, governo subito col centrodestra unito”, le fa eco Maurizio Gasparri.

E anche la Gelmini chiede l’incarico di governo al centrodestra: “Il voto friulano ha bocciato senza appello Di Maio e la ridicola politica dei due forni grillina, M5S in caduta libera e mai in partita per la presidenza della regione. L’affermazione di oggi conferma e rafforza il risultato del 4 marzo: basta perdite di tempo, adesso tocca a noi”.

PARTITO DEMOCRATICO - E anche il Pd va all’attacco con gli ultras renziani. “Stia attento a chiedere il voto, guardi i risultati in Friuli”, afferma Alessia Morani.

Parla di un uomo “accecato dal rancore per non essere riuscito a sedersi a Palazzo Chigi” invece Michele Anzaldi. “Il suo video è un palese autogol, con che faccia incolpa il Pd per non voler votare la fiducia al suo governo? E come saremmo, noi del Pd, attaccati alle poltrone visto che vogliamo stare all’opposizione? Le poltrone le gestisce la maggioranza, come hanno dimostrato in queste settimane loro e il centrodestra occupando ogni incarico istituzionale con una fame senza precedenti. Comico anche tirare in ballo la legge elettorale: quella in vigore è proporzionale, esattamente quella che volevano loro, basta rileggersi le dichiarazioni M5S e gli atti parlamentari delle loro proposte. Per tutta la campagna elettorale hanno lavorato a distruggere, e ora vorrebbero fare un accordo col programma elettorale sbianchettato? E ora vogliono un premio di maggioranza? O il ballottaggio dell’Italicum? Per l’ennesima volta hanno cambiato idea”.

Cacciari parla senza mezzi termini di "figura di m..." di Di Maio e osserva, "anche in Friuli", il calo di consensi del M5S.

La direzione Pd, confermano per ora i dem, si terrà lo stesso il 3 maggio e saranno discussi gli attuali sviluppi della situazione, visto che Di Maio ha chiuso anche questo forno.

GLI SCENARI - Difficile che il Capo dello Stato decida di tornare alle urne senza modificare l'attuale legge elettorale, potrebbe riproporsi la situazione odierna con qualche variazione. La strada più percorribile sarebbe quella di un governo di centrodestra, ovvero la formazione che ha vinto le elezioni che si presenta in Aula con un programma e cerca quella 50ina di deputati e 20ina di senatori che gli servono per ottenere la fiducia. Ed è quello che chiedono Forza Italia e Giorgia Meloni: d'altronde in un Parlamento con un numero record di neoeletti più di qualcuno non vede di buon occhio un immediato ritorno alle urne, anche fra gli stessi pentastellati. Ma il leader della coalizione Matteo Salvini lo vuole davvero? Il voto in Friuli lo ha consacrato come leader indiscutibile del centrodestra, la Lega ha triplicato Forza Italia. Ma ancora non ha chiesto a Mattarella di ottenere l'incarico, pur avendo utilizzato oggi l'hastag #andiamoagovernare.

L'altro scenario plausibile, ma altrettanto difficile, è quello di un governo del presidente che porti avanti qualche provvedimento in materia economica e una nuova legge elettorale: un governo che non vedrebbe M5S disponibile e che anzi potrebbe portare altri consensi ai pentastellati, unica opposizione.

A meno che Salvini e Di Maio - e qui siamo al terzo scenario - non tornino a flirtare allegramente come hanno fatto a lungo dopo il 4 marzo. Sarebbe l'ennesima giravolta M5S, a neanche due mesi dal 4 marzo che ha consacrato il Movimento come primo partito del Paese.

(Unioneonline/L)

IL VOTO IN FRIULI

L'INTERVISTA DI RENZI:

LO SCONTRO ALL'INTERNO DEL PARTITO DEMOCRATICO:

DI MAIO CONTRO IL PD:

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