Decadenza alla Consulta, mozione in Consiglio regionale. Il Pd: «Lesione del voto popolare», FdI: «È salva-Todde»
Il testo approvato con i soli voti della maggioranzaVideo di Roberto Murgia
Il caso decadenza di nuovo in Aula con la mozione di maggioranza che impegna la Giunta a sollevare il conflitto di attribuzioni con lo Stato su cui è chiamata a giudicare la Corte Costituzionale.
ORE 11- La discussione è cominciata intorno alle 11. Fino ad ora, la maggioranza ha limato il testo, con l’obiettivo di renderlo appetibile alle opposizioni che nei giorni scorsi hanno criticato duramente alcuni passaggi. Per esempio il riferimento alla necessità di ripristinare la «legalità violata» dal Collegio di garanzia elettorale che - questo il motivo per cui si ricorre alla Consulta - non avrebbe la competenza per imporre o chiedere la decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde, alla quale seguirebbe lo scioglimento automatico del Consiglio regionale. Ma le opposizioni non sembrano intenzionate ad accettare mediazioni.
Per Paolo Truzzu di FdI, la mozione, anche senza i riferimenti alla legalità violata, «resta irricevibile».
Il capogruppo del Pd Roberto Deriu ha illustrato la mozione. «Dobbiamo risolvere un punto di diritto importante», ha spiegato, «esiste un problema fondamentale: è giusto che nel nostro ordinamento ci sia una legislazione che consenta allo Stato, attraverso un organo di amministrazione, di mettere in dubbio il risultato del voto popolare?». Di certo, «esiste il problema di capire se il nostro ordinamento può consentire che da illeciti comportamenti di un candidato possa discendere la messa in discussione e l’esistenza di un corpo legislativo, la messa in discussione e l’esistenza di un esecutivo eletto direttamente dal popolo, di un livello di governo che la Costituzione equi ordina rispetto allo Stato e agli altri livelli».
Per Deriu «esiste il tentativo di un organo amministrativo di entrare nella sfera costituzionale del Consiglio regionale sardo. Che adesso deve chiedere che venga fatta luce su questo caso, e che sia fatta giustizia rispetto alla gerarchia delle fonti e all’armonia dell’ordinamento». Per questo «si chiede alla Giunta di proporre il conflitto di attribuzioni. In questo senso abbiamo parlato di legalità. Legalità costituzionale, e cioè l’ordine costituzionale e l’equilibrio tra poteri dello Stato».
Primo intervento, quello del vicapogruppo di FdI Fausto Piga: «Questa è una mozione ad personam, potremmo chiamarla Salva Todde, e noi non siamo disposti a fare da stampella alla presidente dopo i pasticci che ha fatto. Per colpa della presidente 59 consiglieri rischiano di andare a casa. Ma se ha fatto pasticci, allora si vada a casa, non abbiamo paura di ripresentarci davanti agli elettori. Le regole vanno rispettate. Oggi non sono preoccupato perché la legislatura finisce, lo sono perché non è ancora iniziata».
Per il M5S ha preso la parola il capogruppo Michele Ciusa: «Questa mozione non è un atto politico, è un atto in difesa del Consiglio regionale. Bisogna tutelare la massima espressione democratica della Sardegna, l’Assemblea sarda»
Ore 14, L'APPROVAZIONE
Passa con i soli voti della maggioranza - le opposizioni hanno abbandonato l’Aula - la mozione che impegna la Giunta a sollevare il conflitto di attribuzioni con lo Stato sul caso decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde.
Trentuno a favore e uno solo contrario, il risultato finale. L’unico no è di Gianni Chessa (Forza Italia) chiamato dal presidente del Consiglio Piero Comandini a fare il segretario durante le operazioni. Fallisce, dunque, il tentativo del Campo largo di trovare condivisione bipartisan sul testo.
Ora la palla passa alla Giunta che, probabilmente la prossima settimana, delibererà di sollevare il conflitto di attribuzioni. La discussione è durata circa tre ore. Diciannove interventi, tredici di minoranza, sei di maggioranza.