Conte bis, il Pd dice no. Il M5S: "Con i veti accordo difficile"
Fico si sfila. Di Maio ribadisce che quello del premier dimissionario è l'unico nome possibile per Palazzo Chigi. Il segretario dem risponde picche. La trattativa si complicaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Roberto Fico si sfila dalla corsa alla premiership, Di Maio alza la cornetta e chiama Zingaretti per ribadirgli che Conte è "l'unico nome come premier", e il leader Pd risponde ancora picche al capo politico M5S, lasciando trasparire tutto il suo nervosismo per gli ultimatum pentastellati.
Succede tutto in poche ore, in questa domenica agostana caratterizzata dalla crisi di governo e dalle febbrili trattative tra Pd e M5S per dar vita a un nuovo esecutivo.
Ieri, in tarda serata, i dem lasciavano filtrare che non si sarebbero opposti a Roberto Fico a Palazzo Chigi.
Ci ha pensato lo stesso Presidente della Camera (su indicazione del capo?) a farsi fuori, affermando che "intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo".
Questa mattina la telefonata Di Maio Zingaretti, nel corso della quale il vicepremier ha ribadito di non accettare alcun veto sull'attuale presidente del Consiglio: "Tutto il M5S è leale a Conte ed è l'unico nome come premier". Il segretario Pd ha ribadito il suo no.
A dare ancora più forza all'ultimatum di Di Maio sono arrivate le dichiarazioni di imprecisate fonti M5S. "Nessun confronto è possibile davanti ai veti, come quello che continua ad arrivare su Giuseppe Conte. Se non si sciolgono i veti diventa tutto molto difficile. Dire di no a Conte per trovare altri nomi figli di strategie politiche significa indebolire il Paese. Non vorremmo che fosse una scusa per tornare al voto, Zingaretti e i suoi siano chiari".
CASA PD - Dal canto suo Zingaretti, dopo aver ribadito il "no" al Conte bis per via della discontinuità richiesta rispetto all'esecutivo gialloverde, ha espresso tutto il suo "malessere per gli ultimatum da parte del Movimento". Fonti del Pd riferiscono che "si lavora comunque a una soluzione".
Poi sono arrivate anche le dichiarazioni di imprecisate fonti renziane: "Totale sostegno al segretario, sia che dica sì a Conte, sia che dica no". Con tanto di pressing sul segretario: "Zingaretti accetti la sfida del M5S, via libera a Conte per formare un esecutivo di svolta sui contenuti e sulla compagine ministeriale".
Dichiarazioni, quelle renziane, che rafforzano la convinzione di Di Maio secondo cui "solo Zingaretti e Gentiloni" mettono il veto sul Conte bis. E che quindi tale veto è facilmente aggirabile.
Ma il segretario ha convocato una conferenza stampa per ribadire la sua posizione. Ha chiesto "discontinuità sui nomi", ribadito che "l'Italia non capirebbe un rimpastone del governo che è caduto" e si è detto "preoccupato dall'eredità del precedente governo".
"Abbiamo un mandato sancito dalla direzione di dare vita a un governo di svolta e discontinuità per il futuro del Paese. Siamo al lavoro per un patto di governo, non per costruire ultimatum e contrapposizioni", ha affermato. Aprendo, per domani, a un nuovo incontro "per capire come andare avanti sui temi di governo, a partire dal come abbassare le tasse ai redditi medio bassi".
I leghisti, dal canto loro, continuano a corteggiare l'ex alleato, offrendogli addirittura Palazzo Chigi.
(Unioneonline/L)