"No, non è chiusa". Matteo Salvini non si lascia scoraggiare neanche dalle parole tombali di Giuseppe Conte sull'alleanza M5s-Lega.

È finita solo quando lo dice Luigi Di Maio, è il ragionamento del leader del Carroccio.

L'offerta sul tavolo è succulenta per il capo politico M5S: prevede la premiership allo stesso Di Maio, con Salvini vicepremier unico al Viminale.

Le parole di Conte non preoccupano: "Sembrano avvalorare solo il sospetto che ci sia lui dietro il preaccordo con Renzi", questo il ragionamento in seno al Carroccio, che fa riferimento al passato dell'ex premier, che ha insegnato proprio a Firenze e già conosceva - prima di entrare in politica - Maria Elena Boschi.

Secondo i leghisti Conte sta giocando una partita personale, da candidato premier in pectore M5S in caso di elezioni. Ma Di Maio e altri dirigenti pentastellati potrebbero giocare un'altra partita.

Chi di giocare non vuole proprio smettere è Matteo Salvini, rimasto a Roma: "Mai arrendersi, mai", twitta per rispondere a Renzi che lo definiva "quasi ko".

Il due vicepremier hanno ripreso a scriversi su Whatsapp, e i contatti tra Lega e M5S si sono nuovamente intensificati nelle ultime ore: "A tutti i livelli", tra ministri, viceministi, parlamentari, sottosegretari.

Tutto si deciderà nelle prossime 48 ore, e i leghisti hanno molti alleati all'interno del M5S: il primo è proprio Davide Casaleggio, ma anche Di Battista e Paragone preferirebbero un nuovo accordo con la Lega al Pd.

"Siamo pronti a sederci a un tavolo con M5S per aggiornare il programma su tutto e superare le difficoltà", fanno sapere fonti leghiste.

E il ministro Lorenzo Fontana ha rinfocolato le speranze: "Penso sia possibile proseguire il governo con i 5 Stelle, però non me ne sto occupando io. L'apertura di Di Battista è un segnale politico, vuol dire che ha riflettuto e evidentemente ci sono compagni di strada peggiori".

E per mettere in crisi i 5 Stelle cosa c'è di meglio che rilanciare il martellamento della base pentastellata contro l'intesa coi dem? Ed è proprio quello che stanno facendo molti leghisti. Perché se è vero che Salvini vorrebbe andare al voto, è altrettanto vero che di fronte al pericolo di restare quasi quattro anni all'opposizione, preferisce riaprire il dialogo con gli ex alleati che oggi si sentono "traditi".

(Unioneonline/L)
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