Il numero delle leggi regionali impugnate dal Governo rischia di passare da tredici a quindici. Dopo i rilievi sul provvedimento che porta da tre a quattro il numero massimo di mandati possibili consentiti ai sindaci di Comuni fino a tremila abitanti, e da due a tre quelli a sindaci di centri dai tre ai cinquemila abitanti, gli uffici ministeriali hanno preso di mira anche la legge per il sostegno e la coltivazione della cannabis sativa.

Del testo licenziato dal Consiglio regionale il 30 marzo scorso, Roma contesta in particolare due punti.

Innanzitutto, la Ragioneria dello Stato fa notare che “la disposizione regionale non quantifica gli oneri e indica la copertura finanziaria in modo generico”. Da qui la richiesta di acquisizione della relazione tecnica, senza la quale “la norma in esame non risulta rispettosa dell’obbligo di copertura finanziaria delle leggi di spesa come previsto dall’articolo 81 della Costituzione, di conseguenza esistono i presupposti per l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale”.

Gli altri rilievi provengono dall’ufficio legislativo del ministero della Salute e riguardano la violazione dell’articolo 117 della Carta sulle competenze esclusive dello Stato in determinate materie. 

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