Anche il secondo giorno di votazioni per il presidente della Repubblica si conclude con una fumata nera (LA GIORNATA).

La maggioranza qualificata se la aggiudica la scheda bianca, mentre tra gli altri nomi ottengono decine di voti il candidato del Misto e magistrato “grillino” Paolo Maddalena e il capo dello Stato uscente Sergio Mattarella. Una manciata di voti a Ettore Rosato, Umberto Bossi, Marta Cartabia, Luigi Manconi, Silvio Berlusconi. Uno anche all’ex presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e Rosy Bindi.

Alla fine sono 527 le schede bianche, ieri erano state 672. Aumentano rispetto alla prima votazione invece i voti dispersi: salgono infatti a quota 125 contro gli 88 registrati ieri. Le schede nulle sono pari a 38. 

CERCASI INTESA – Nel pomeriggio, come promesso, il centrodestra unito con il leader della Lega Matteo Salvini, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha portato sul tavolo la sua rosa: l’ex ministro Letizia Moratti, l’ex presidente del Senato Marcello Pera e il giurista Carlo Nordio. 

“Di più signori non possiamo fare – ha scandito Meloni -. Quando gli altri si esprimeranno spero si parli del merito. Perché queste persone non dovrebbero andare bene per la presidenza della Repubblica? Credo che questo nostro passo in avanti sia un gesto di responsabilità". 

Da sinistra, Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio (Ansa)
Da sinistra, Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio (Ansa)
Da sinistra, Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio (Ansa)

La risposta non tarda ad arrivare: il centrosinistra valuta a lungo di contrapporre una propria rosa nel vertice pomeridiano di Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza per poi decidere di no, bocciando la terna degli avversari che non porta alla "condivisione" anche se è "un passo avanti" nel dialogo, che dovrà proseguire domani.

"Prendiamo atto della terna formulata dal cdx che appare un passo in avanti, utile al dialogo – si legge nella nota congiunta -. Pur rispettando le legittime scelte del centrodestra, non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessaria. Riconfermiamo la nostra volontà di giungere ad una soluzione condivisa su un nome super partes e per questo non contrapponiamo una nostra rosa di nomi". 

Il centrosinistra chiede già domani un incontro tra delegazioni ristrette dei due schieramenti. Una sorta di conclave: “La proposta che facciamo – dice Letta – è quella di chiuderci dentro una stanza e buttiamo via le chiavi, pane e acqua, fino a quando arriviamo a una soluzione, domani è il giorno chiave". Proposta alla quale però il centrodestra non ha ancora risposto.

DRAGHI IN SORDINA - Il premier Mario Draghi, ieri molto attivo, oggi invece è rimasto sottotraccia. A porre un ulteriore paletto nella sua corsa verso il Colle è stato Giuseppe Conte che cerca di tenere a bada i 5s chiedendo "al timoniere, a cui abbiamo affidato la nave in difficoltà, di restare al comando". Per Matteo Renzi di Italia Viva: "Si voti due volte al giorno, manca una regia come nel 2013, non è il momento delle rose ma del coraggio di votare un nome".

Resta a guardare intanto Pier Ferdinando Casini, che posta una sua foto da giovanissimo su un palco: "La passione politica è la mia vita", ha ricordato l'ex presidente della Camera. 

Domani seduta mattutina: si ricomincia alle 11 e sempre con la maggioranza dei due terzi. 

(Unioneonline/D)

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