Chiusure domenicali, il testo è in standby. La Lega: "Pronti a migliorare il disegno"
Per la proposta di legge, troppo diversa dall'originale, ci saranno nuove audizioniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nessun passo in avanti per la proposta di legge sulla regolamentazione delle chiusure domenicali.
Il testo presentato dal relatore della Lega, Andrea Dara, ha scombinato le carte in tavola e ora la legge è da rivedere: "Quello che è successo è molto semplice - ha spiegato -. Il mio testo è una sintesi delle audizioni fatte in commissione e delle 7 proposte di legge arrivate da tutte le parti politiche. Pd e Forza Italia non si sono dichiarati contenti (ma hanno preso atto, soprattutto Forza Italia, che si trattava di un testo migliorativo)".
"Penso che Pd e Fi - aggiunge Dara - chiederanno nuove audizioni delle categorie interessate. In ogni caso - la precisazione - noi andiamo avanti, aperti a qualsiasi proposta migliorativa, da qualsiasi parte arrivi".
Stando a quanto previsto dall'ultima versione del testo, il tetto massimo è di 26 domeniche aperte l'anno, con deroghe per zone turistiche e nei centri storici, e chiusura obbligatoria nelle 12 festività nazionali (laiche e religiose), di cui 4 derogabili su scelta delle Regioni.
I negozi dei centri storici potranno rimanere aperti tutte le domeniche, ma non nelle festività nazionali (Capodanno, Epifania, Pasqua e Pasquetta, Liberazione, festa del Lavoro, della Repubblica, Ferragosto, Ognissanti, Immacolata concezione, Natale e Santo Stefano). Deroghe simili sono previste anche per negozi di vicinato, anche se fuori dal centro storico.
(Unioneonline/D)