In ambienti di Palazzo Chigi trapela «l'irritazione» della premier Giorgia Meloni per la notizia – pubblicata da alcuni giornali, a cominciare da “Il Domani” – dell'aumento dello stipendio deciso dal presidente del Cnel Renato Brunetta avvalendosi della sentenza della Corte Costituzionale che abolisce il tetto dei 240mila euro annui per i dirigenti pubblici.

Una decisione che da quanto filtra viene definita «non condivisibile», così come è «inopportuna» la decisione relativa all'adeguamento del compenso. 

Ma la polemica è servita, con l’opposizione che attacca. «Da non credere: Renato Brunetta si è aumentato lo stipendio al Cnel di cui è presidente, da 250mila a 310mila euro all'anno. E con lui tutti i suoi dirigenti, facendo raddoppiare la spesa per le retribuzioni del Consiglio Nazionale dell'Economia e del lavoro», ha scritto su Facebook Nicola Fratoianni di Avs. «Ed è proprio lo stesso Brunetta - prosegue Fratoianni - che si è duramente opposto al salario minimo di 9 € lordi l'ora. Sono davvero senza vergogna alcuna».

Attacca anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva: «Il Cnel ha deliberato un aumento di 1,5 milioni per i vertici e di 200.000 euro per lo staff, come riporta “Il Domani”. Giorgia Meloni non trova i soldi per aumentare gli stipendi al ceto medio ma li trova per aumentare il poltronificio di Brunetta», ha scritto sui social l’ex premier.

(Unioneonline)

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