Aree idonee, il Governo contro il ricorso della Sardegna
Il consiglio dei ministri «resisterà nel giudizio per conflitto di attribuzione». L’assessora Laconi: «Ci aspettiamo che venga aperto al più presto un confronto diretto con le Regioni»(Ansa)
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Il governo non cede e darà battaglia contro il ricorso della Sardegna sulle aree idonee.
«Il Consiglio dei ministri – si legge in una nota di Palazzo Chigi - su proposta del ministro per gli affari regionali e autonomie Roberto Calderoli, ha deliberato di resistere nel giudizio per conflitto di attribuzione proposto, ai sensi dell'articolo 134 della Costituzione, dalla Regione Autonoma della Sardegna contro il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) per l'annullamento dei decreti n. 68, 125 e 128 del 2025». Decreti che riguardano la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili in aree identificate come «non idonee» dalla legge regionale.
Dopo il governo, che l’ha impugnata, anche il Tar del Lazio ha rilevato una lunga serie di passaggi in odore di incostituzionalità nella norma proposta dalla Giunta Todde e approvata a dicembre dal Consiglio regionale nel tentativo, fallito, di arginare l’invasione di impianti di produzione di energia rinnovabile nell’Isola.
«La sentenza del TAR Lazio che ha dichiarato illegittime alcune parti del DM Pichetto Fratin – noto come Decreto aree idonee – apre uno scenario nuovo rispetto ai poteri attribuiti alle Regioni di stabilire fasce di rispetto più ampie per l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici, tenendo conto di quanto previsto dalla normativa statale», ha commentato l’assessora dell’Ambiente, Rosanna Laconi.
«Secondo il TAR – continua Laconi – tale facoltà attribuita alle Regioni viola, da una parte, la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dei beni culturali e paesaggistici, perché sottolinea che le fasce di rispetto previste dalla normativa statale già rispondono a specifiche esigenze di tutela, rendendo ingiustificata l’introduzione di ulteriori limitazioni da parte delle Regioni; dall’altra, ritiene necessario prevedere misure di salvaguardia per i procedimenti di autorizzazione degli impianti FER in corso».
Dopo la sentenza, il Ministero ha sessanta giorni di tempo per adeguare il Decreto. «Come Regione Sardegna – sottolinea la titolare dell’Ambiente della Giunta Todde – tale dichiarazione di illegittimità non ha alcun effetto immediato e diretto rispetto alla Legge regionale 20 sulle “aree idonee” sarde. In ogni caso, ci aspettiamo che il Ministero dell’Ambiente apra al più presto un confronto diretto con le Regioni, in sede di Conferenza Stato-Regioni, per condividere le modifiche che saranno apportate al decreto stesso. In questo contesto potremo capire meglio, come Regione Sardegna, quali saranno i contenuti – nel merito – delle modifiche proposte, per poter poi valutare se vi saranno eventuali adattamenti da apportare alla Legge regionale n. 20 del 2024».
(Unioneonline)