Allarme sicurezza a Cagliari, Massimo Zedda: «Più agenti, ma anche interventi su cultura e istruzione»
Il candidato sindaco del centrosinistra: «Il primo pensiero va alla vittima Fabio Piga». Poi aggiunge: «Necessario un intervento con la Prefettura»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il suo primo pensiero «va al 37enne Fabio Piga, vittima di un’aggressione mortale in un locale del centro. Le condoglianze ai parenti, alle amiche e agli amici». L’omicidio avvenuto questa notte a Cagliari riporta prepotentemente alla ribalta il tema della sicurezza in città e dopo Giuseppe Farris e Alessandra Zedda, interviene anche il candidato sindaco Massimo Zedda.
«Gli episodi recenti, che già avevano determinato in numerosi casi dei campanelli d’allarme circa il tema della sicurezza e i fatti gravissimi accaduti nella notte tra sabato e domenica», spiega, «meritano la massima attenzione possibile da parte di tutti i sistemi di sicurezza. Si dovrà intervenire in accordo con la prefettura e tutti gli altri organi dello Stato competenti sul controllo e la sicurezza di noi tutte e tutti per coordinare una maggior presenza di agenti sul territorio».
Non è un tema solo locale, secondo l’esponente del centrosinistra, ma riguarda la gran parte delle città italiane. «Per questo, insieme all’associazione dei Comuni d’Italia, chiederemo maggior sostegno da parte del governo alle forze dell’ordine impegnate sul territorio, tenendo conto che già oggi a Cagliari la polizia municipale, con un importante sforzo degli agenti, opera anche la notte, caso raro in una città italiana».
Un altro aspetto, secondo Zedda, «riguarda il malessere giovanile, la delinquenza e gli episodi di criminalità che in questo caso specifico hanno portato alla morte di un giovane di 37 anni. Gli interventi sulla cultura e l’istruzione, sulla presenza di psicologi, sul supporto alle nuove generazioni che manifestano, fin da piccoli, aggressività, disagio, insofferenza, sono alcune delle azioni che potranno limitare il ripetersi di episodi come questo».
Per l’ex primo cittadino che vuole tornare a Palazzo Bacaredda «è necessaria un’ulteriore riflessione: i servizi sociali, le comunità, come strumento alternativo al carcere, i percorsi di formazione o di lavoro in carcere determinano un calo del 98% della possibilità per lo stesso soggetto condannato di ripetere altri reati. L’attenzione massima vale anche per casi come aggressioni, pestaggi che possono sfociare in conseguenze gravi tali da mettere a repentaglio la vita di persone. Anche questi episodi, certamente di minor entità rispetto all’omicidio commesso poche ore fa, non devono essere sottovalutati».
(Unioneonline/E.Fr.)