«Sentite congratulazioni alla neopresidente della Regione Sardegna Todde, prima donna a rivestire un incarico tanto prestigioso quanto gravoso. Spiace però constatare che, da alcune dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione, attribuisca la sua vittoria alle presunte politiche “repressive” del governo centrale, attuate per mano delle forze dell’ordine, citando in modo strumentale quanto accaduto a Firenze e a Pisa».

La doléance alla neo-governatrice della Sardegna arriva dalla segreteria regionale del sindacato di Polizia di Stato Siap, che fa riferimento a una passaggio della prima conferenza stampa dopo l’elezione della candidata del Campo Largo. «L’Isola ha risposto ai manganelli con le matite», ha detto Todde, parlando degli scontri tra agenti e studenti avvenuti in Toscana nei giorni scorsi e oggetto di aspre polemiche politiche

Alle parole della governatrice il Siap replica, in una nota: «Presidente, Lei per prima, che ha rappresentato e rappresenta le istituzioni, dovrebbe conoscere la condizione di terzietà che caratterizza le Forze dell’Ordine e sapere che le donne e gli uomini in divisa hanno da sempre garantito qualsiasi forma di libertà esercitata nel rispetto della legge (Sub lege libertas è il motto della Polizia di Stato). Tra l’esercizio dei diritti che le Forze di Polizia hanno l’onore e l’onere di assicurare, vi è anche quello che ha consentito ai cittadini sardi di sceglierla come loro rappresentante. E se oggi il simbolo della democrazia nel nostro Paese è ancora una matita tra le mani dell’elettore – conclude il sindacato - gran parte del merito è di chi quella democrazia contribuisce a mantenerla col proprio impegno quotidiano».

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindacato Sap: «Vogliamo ricordare al neo Presidente che non esiste nessuna correlazione tra la vittoria elettorale ed i recenti fatti accaduti in Toscana», spiega il segretario cagliaritano Luca Agati. Aggiungendo: «Dietro alle divise non esiste alcun colore politico ma soltanto uomini, molti dei quali hanno sacrificato la propria vita in virtù dell'ordine democratico. Il dibattito politico deve pertanto indirizzarsi altrove e non cercare consensi in terreni fertili dove prolificano solo polemiche. La generalizzazione rischia di delegittimare l'operato di migliaia di uomini e donne che ogni giorno garantiscono in piazza l'ordine pubblico con estrema professionalità, in Sardegna come nel resto nella nazione. Non possiamo in nessun modo permettere che singoli eventi possano screditare quello che è l'abnegazione di noi Poliziotti troppo spesso oggetto di strumentalizzazione politica che nulla ha a che fare con la nostra professionalità. La invito a passare una giornata con i colleghi del XIII Reparto Mobile Sardegna di Cagliari, sarò ben lieto di accompagnarla per farle toccare con mano l'altissima competenza dei Poliziotti chiamati a garantire l'ordine pubblico, assicurando il diritto di manifestare di tutti i cittadini sardi che ora lei rappresenta».

(Unioneonline/l.f.)

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