Bene che la Regione si sia detta contraria alla privatizzazione degli aeroporti sardi, ma i 30 milioni stanziati non bastano per avere un ruolo importante nella gestione dello scalo cagliaritano.

Così Paolo Truzzu replica all’intervista rilasciata su L’Unione Sarda di oggi da Barbara Manca.

«I 30 milioni stanziati per una eventuale partecipazione regionale servono proprio a confermare che noi ci siamo e siamo disposti a contribuire seriamente alla gestione pubblica dello scalo di Cagliari», ha detto l’assessora ai Trasporti.

L’esponente della Giunta ammette che la questione è complessa ma, sottolinea, «è necessario distinguere la possibilità di fare rete tra aeroporti sardi e quella invece di privatizzarli. Noi pensiamo che la Regione abbia la possibilità di incidere nelle politiche di gestione delle sue vie di accesso. Porti e aeroporti sono infatti i cancelli di entrata e uscita dall’Isola con un valore molto più importante dell’interesse dei privati e l’incremento del traffico aereo non è necessariamente un miglioramento del servizio per i residenti. E su questo vorremo sempre avere una voce in capitolo».

«Finalmente un po’ di chiarezza», concede Truzzu, sottolineando che le parole dell’assessora sono, «per la prima volta, apertamente contrarie alla privatizzazione dell’aeroporto di Cagliari».

Ma il capogruppo FdI incalza, e chiede come si sposino queste dichiarazioni con lo stanziamento della Giunta Todde: «Come ci si può opporre alla privatizzazione considerando coi 30 milioni stanziati dalla Regione si potrà acquistare meno del 10 % di quote della nuova società?».

Si tratta, continua Truzzu, di «una partecipazione di estrema minoranza all’interno di una società privata che relegherà la Regione a un ruolo di testimonianza e non da protagonista».

Fino ad oggi, conclude l’ex sindaco di Cagliari, «la preoccupazione principale della Giunta è stata purtroppo quella di rasserenare gli investitori privati e non i cittadini sardi, che hanno bisogno di soluzioni certe e immediate per vedersi garantito il diritto alla mobilità».

(Unioneonline/L)

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