Con la morte di Silvio Berlusconi si apre il capitolo della successione in Forza Italia e, più in generale, nella leadership del centro moderato ed europeista.

In molti guardano a Matteo Renzi. Che, però, respinge l’ipotesi di poter rappresentare una sorta di successore del Cavaliere.

«Berlusconi ha scelto consapevolmente di non avere un erede. Non ha mai considerato l'ipotesi di una successione a sé stesso», ha spiegato Renzi. Aggiungendo: «Una personalità come la sua, eccezionale nel senso letterale del termine, non può essere sostituita».

Renzi, inoltre, assicura di non puntare all'elettorato azzurro: «Sarebbe irrispettoso parlarne ora. Ma è chiaro che Meloni ha uno spazio più grande al centro da conquistare e mi stupirei se non provasse a occuparlo». 

Sulla stessa lunghezza d’onda Pierferdinando Casini: «L'eredità politica di Berlusconi – spiega al QN – se l'è già presa Giorgia Meloni alle elezioni politiche di settembre». E l'alleanza è già cambiata. «Quando Berlusconi è sceso in campo - fa notare Casini - c'era il centrodestra, oggi al governo c'è la destra».

Con la perdita del leader, sottolinea Casini, ex alleato di Berlusconi, oggi senatore dei Centristi per l’Europa, «Forza Italia avrà un travaglio come tutti i partiti nelle sue condizioni. È chiaro che ci saranno squali e squaletti».

(Unioneonline/l.f.)

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