I l 2018 si sta spegnendo e chiude un biennio di straordinario cambiamento.

Il Big Bang è cominciato nel maggio del 2016 con la Brexit; è proseguito in novembre con l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca; si è allargato all'Italia con il crac di Matteo Renzi nel referendum costituzionale di dicembre; si è proiettato nel 2017 con l'ascesa di Emmanuel Macron alla guida della Francia; ha certificato l'instabilità della Germania con un voto zoppo per la Cdu-Csu e la Spd alle elezioni federali e l'ingresso della destra nazionalista di AfD nel Bundestag per la prima volta dal dopoguerra; ha accelerato il passo con la rivoluzione del voto del 4 marzo 2018 in Italia, ha travolto il quieto vivere della socialdemocrazia in Svezia (ancora senza governo, dal settembre scorso), ha messo la Germania di fronte alla crisi del format della Grosse Koalition nelle elezioni regionali in Baviera e in Assia, dettando alla Cancelliera Angela Merkel la rinuncia a guidare il partito e - prima volta nella storia - scegliere al ballottaggio il suo successore al vertice della Cdu.

Siamo di fronte a shock di enorme portata nel quadro dell'Occidente ai quali vanno aggiunti la tessera Euroasiatica con il poker di Putin in Russia e il suo quarto mandato presidenziale; l'intarsio medio orientale con la crisi della Turchia islamista di Erdogan, paese cerniera tra Europa e vicino Oriente; le tensioni crescenti tra Arabia Saudita e Iran con una guerra aperta e un disastro umanitario di cui non parla nessuno in Yemen; l'eterna transizione della Libia, dove si misura direttamente l'interesse nazionale dell'Italia. (...)

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