B entornati sulla terra. Abbiamo scritto più volte su queste colonne che il rallentamento dell'economia andava contrastato subito con una politica non di Protezione ma di Produzione. Il governo ha fatto i suoi calcoli a breve (voto europeo a fine maggio), ma ora ha un problema: non ci sono i soldi per fare altro. Non solo, i provvedimenti che ha varato oggi - Quota 100 e Reddito di cittadinanza - non aumentano domani il Prodotto interno lordo. Non si tratta della congettura di un burocrate della Commissione europea, è il governo a metterlo nero su bianco nel Documento di economia e finanza: l'apporto di Quota 100 è pari a zero, quello del Reddito di cittadinanza è pari allo 0.2 per cento del Pil. Alla fine la realtà è onesta, puntuale, inesorabile.

Il debito pubblico crescerà, così pure il rapporto tra deficit e Pil, le privatizzazioni sono diventate un nano contabile e gli investimenti si trovano nel dizionario alla voce “speranza”. Nel 2020 il governo dovrebbe disinnescare 23 miliardi di euro di clausole di salvaguardia e finanziare la nuova spesa che ha messo in campo. Sono numeri da casa delle streghe, siamo ben oltre 30 miliardi di euro.

Il governo corre verso due trappole: la trappola del debito e quella che su List abbiamo chiamato la trappola di Tsipras. La trappola del debito è già scattata: lo stato emette titoli - circa 400 miliardi di euro all'anno - e in cambio corrisponde ai sottoscrittori un interesse che è superiore a quello della concorrenza. (...)

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