La memoria è racconto letterario
Maria Antonietta MongiuL a città è per sua natura accumulazione di memoria. È viva se vi si riconoscono umanità, topografie, tipologie, morfologie. Se non accade “senza sforzo” c'è un deficit di cultura perché secondo Ezra Pound «La cultura comincia quando si riesce a fare una cosa senza sforzo». Si può difendere senza sforzo ciò che non si conosce? È poco probabile. Senza conoscenza e competenza si è cittadini inconsapevoli e pessimi amministratori, incapaci finanche di leggere la «differenza fra la realtà e la realtà com'è rappresentata in varie forme espressive elevate», quelle, ad esempio, agite da studiosi e da intellettuali.
Chi più di Antonio Romagnino e di Roberto Coroneo? Nelle forme espressive più elevate hanno narrato Cagliari onorandone l'accumulazione di memoria. Sono mancati l'11 novembre del 2011 il primo e a due mesi esatti il secondo. Belli come sanno essere alcuni sapienti a cui l'intelligenza concede una speciale grazia estetica e un'aura di nobiltà, in virtù forse di un rispecchiamento letterario. Quale migliore epitaffio allora, per entrambi, dell'umanissimo incipit di Fernando Pessoa che recita «La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto». Significa non incontrare Antonio Romagnino sul 10 e Roberto Coroneo nel bar sotto casa ma soprattutto aver perso la loro capacità di penetrare i temi dell'urbano e farne oggetto di studio e di battaglie civili. Furono esemplari nella militanza intellettuale per il bene comune e patrioti dell'articolo 9 della Costituzione che li ha accomunati per la restituzione alla pubblica fruizione dell'Anfiteatro e di Tuvixeddu. Ancora di là da venire.