L a città è per sua natura accumulazione di memoria. È viva se vi si riconoscono umanità, topografie, tipologie, morfologie. Se non accade “senza sforzo” c'è un deficit di cultura perché secondo Ezra Pound «La cultura comincia quando si riesce a fare una cosa senza sforzo». Si può difendere senza sforzo ciò che non si conosce? È poco probabile. Senza conoscenza e competenza si è cittadini inconsapevoli e pessimi amministratori, incapaci finanche di leggere la «differenza fra la realtà e la realtà com'è rappresentata in varie forme espressive elevate», quelle, ad esempio, agite da studiosi e da intellettuali.

Chi più di Antonio Romagnino e di Roberto Coroneo? Nelle forme espressive più elevate hanno narrato Cagliari onorandone l'accumulazione di memoria. Sono mancati l'11 novembre del 2011 il primo e a due mesi esatti il secondo. Belli come sanno essere alcuni sapienti a cui l'intelligenza concede una speciale grazia estetica e un'aura di nobiltà, in virtù forse di un rispecchiamento letterario. Quale migliore epitaffio allora, per entrambi, dell'umanissimo incipit di Fernando Pessoa che recita «La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto». Significa non incontrare Antonio Romagnino sul 10 e Roberto Coroneo nel bar sotto casa ma soprattutto aver perso la loro capacità di penetrare i temi dell'urbano e farne oggetto di studio e di battaglie civili. Furono esemplari nella militanza intellettuale per il bene comune e patrioti dell'articolo 9 della Costituzione che li ha accomunati per la restituzione alla pubblica fruizione dell'Anfiteatro e di Tuvixeddu. Ancora di là da venire.

Come dimenticarli nel Seminario “Tuvixeddu. Bene comune o attività edilizia?"”, il 27 marzo 2010, in cui Salvatore Settis tenne una memorabile Lectio magistralis? O la generosità di Roberto Coroneo che, con altri docenti delle Università, analizzò, dissentendone, la sentenza del TAR che annullava il vincolo su Tuvixeddu proposto dalla Commissione del Paesaggio? Furono anche loro ripagati, nel marzo del 2011, dal Consiglio di Stato che stabilì, finalmente, il risanamento del colle e la sua tutela. In attesa di atti conseguenti e definitivi, bisogna anche riconoscere ad Antonio Romagnino l'intuizione che nei decisori sardi albergasse un deficit di senso della città e che il disconoscimento della laguna di Santa Gilla avrebbe contagiato la città di pietra. È accaduto.
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