È davvero un mondo capovolto, quello della politica italiana, un teatro di matti che talvolta è persino difficile da raccontare.

Provate infatti a spiegarlo a vostro figlio, o a qualsiasi persona normale (e cioè che non abbia il tesserino di cronista parlamentare in tasca) cosa sta accadendo in queste ore: la maggioranza, che vuole concedere l'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini (e dunque consentire di farlo processare per le sue politiche migratorie) fa di tutto perché il voto in cui verrà presa questa decisione non si celebri (o almeno non in tempi ristretti). L'opposizione di cui Matteo Salvini fa parte - invece - ha fatto di tutto per accelerare questo voto al più presto (cioè a domani). La presidente del Senato, che in una contesa così folle farebbe bene ad astenersi, perché arbitra, vota a favore dell'anticipazione del voto.

E non è finita qui: il motivo per cui il centrosinistra vuole spostare l'autorizzazione a procedere su Salvini è che non vuole che interferisca con il voto regionale in Emilia Romagna e Calabria. Il centrodestra invece vorrebbe salvare Salvini dal giudizio, ma alle brutte preferirebbe che l'autorizzazione fosse data subito, proprio per poter dire ai calabresi e agli emiliano-romagnoli: vedete? Non c'è agibilità democratica, dunque (per difendere Salvini) dovete votare contro Stefano Bonaccini e Pippo Callipo. I quali, essendo candidati forti sul territorio, ma supportati da una maggioranza politicamente debole (il M5s non è entrato nelle loro coalizioni), hanno chiesto ai leader nazionali di farsi vedere dalle loro parti il meno possibile.

M Nel frattempo la politica nazionale è così influenzata dal voto regionale che in caso di sconfitta il governo potrebbe cadere. E con un nuovo parlamento (e una nuova maggioranza) la Casellati potrebbe diventare una ottima candidata per la presidenza della Repubblica del centrodestra. Quindi, alla fine dell'equazione, un voto in una commissione del Senato influenza una elezione regionale, che a sua volta influenza le elezioni politiche, che a loro volta determinano un cambio di maggioranza per il Quirinale. Se vi sembra assurdo pensate che è già accaduto per le regionali sarde, quando la sconfitta di Renato Soru, ad opera di Ugo Cappellacci a Cagliari (ma supportato da Silvio Berlusconi con uno storico tour nell'Isola) produssero le dimissioni di Walter Veltroni, a Roma.

Non è finita: la conseguenza di questo voto-choc dell'opposizione al Senato, potrebbe propiziare una contromossa choc della maggioranza: perché - a quanto ci risulta - il centrosinistra sta pensando di non presentarsi in aula nel voto su Salvini. La conseguenza sarebbe non meno paradossale: a questo punto, infatti, il centrodestra sarebbe in grado di salvare Salvini dall'autorizzazione con un voto di minoranza che diventerebbe automaticamente di maggioranza. Mentre la maggioranza - so che pare incredibile - a sua volta “userebbe” questo voto nella campagna per le regionali di Calabria e Campania per dire: vedete? Li abbiamo messo di fronte alle loro responsabilità e loro hanno assolto Salvini, esattamente come Bettino Craxi si fece assolvere ai tempi del celebre voto durante “Mani Pulite”. Ho poco da aggiungere all'illustrazione di questo scenario manicomiale. La prima osservazione riguarda il Pd: se tu pensi che il voto Salvini sia giusto lo devi difendere in qualsiasi contesto. La seconda riguarda il centrodestra: Salvini, che aveva fatto di tutto perché quel voto sul suo operato da ministro non si celebrasse quando era al governo, adesso cambia tattica e la ribalta. La terza osservazione riguarda il M5s: quando era al governo con la Lega ha assolto Salvini dal processo, e adesso che è al governo con il Pd vuole processarlo (esattamente il contrario!). Ma queste sono piccole miserabili incoerenze (l'unica che non ha cambiato idea sul tema - va detto - è Giorgia Meloni) a cui quasi nessuno purtroppo sfugge. Il tema più profondo è più serio è questo: come può funzionare un Paese in cui tutti prima dicono il contrario di quello che faranno, e poi fanno il contrario di quello che hanno detto? Salvini potrà andare a processo o meno, in Emilia Romagna potranno vincere Bonaccini o la Borgonzoni, ma un imprenditore che deve investire, un cittadino che deve rispettare delle leggi e un bambino che deve impararle, capiscono che in Italia lo stato di diritto è sempre sospeso: perennemente in attesa di un voto su qualcosa, che poi viene usato per influenzare qualcos'altro. Povera patria.

LUCA TELESE

GIORNALISTA

E AUTORE TELEVISIVO
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