A Sergio Mattarella, che ha appena compiuto 79 anni - auguri dall'Unione Sarda - mi piacerebbe che potessimo regalare subito un altro Settennato al Quirinale. A pensarci bene non sarebbe un regalo per lui, forse una rogna, ma di certo sarebbe una fortuna per tutti noi.

A Mattarella, che in questi anni ha esercitato con discrezione e stile il suo ruolo, sarebbe bello chiedere di rimanere per un altro mandato il garante della nostra Costituzione (in Italia) e quello del nostro paese (all'estero). In una nazione che come sappiamo è ricca di avventurieri, di piccoli caudilli, di mitomani, di aspiranti leader che compulsano freneticamente i loro account sui social (e si esaltano o si deprimono quando salgono o crescono i followers), sono contento che si possa contare su di un uomo reafrattario ad ogni ansia di visibilità. Ricordo un 2 giugno in cui mi ritrovai, quasi per caso, in una lunga coda, per stringere la mano al presidente della Repubblica: la fila era infinita, e si snodava lungo i meravigliosi giardini del Quirinale in cui ha luogo la festa. Tendeva a crescere perché - notavo - che Mattarella trovava il modo di soffermarsi con tutti coloro che gli stringevano la mano: professori e manager, politici e grand commis d'etat. Per ognuno una parola, un sorriso, uno scambio non formale.

Ma di cosa discuterà, mi chiedevo, con persone così diverse, dalle feluche al Ct della Nazionale? Con il professore che mi precedeva si intratteneva su un classico latino.

A rrivato il mio turno stavo per scappare quando il presidente fermó anche me, sorprendendomi: «Ho visto la puntata che avete fatto su quella incredibile vicenda delle due ragazze dei Parioli. Sono rimasto stupito - aveva aggiunto - dallo spaccato sociale che ne esce fuori».

Rimasi interdetto. Era un caso di cronaca su cui avevamo fatto un reportage, un mese prima, e ne parlammo per alcuni minuti: la madre povera che denuncia, la madre ricca che copre, i desideri di una generazione disposta a tutto per comprare abiti firmati e status symbol. Probabilmente, stupito da questo dialogo così poco rituale, chi era dietro di me, si stava facendo in quel momento la stessa domanda che prima mi ponevo io. La cosa mi divertiva. E ovviamente tutto avrei immaginato, su quell'incontro, tranne che un presidente attento persino ai risvolti umani di una storiaccia di cronaca. Tuttavia vale la pena di ricordare l'aneddoto perché Mattarella è stato davvero, in questi anni, l'uomo-ovunque della squadra Italia: attento ad ogni sussurro del Paese reale, capace di governare le tante crisi politiche, discreto, rigido quando era utile e opportuno, abilissimo nell'uso della “moral suasion”, la dissuasione istituzionale che è la vera arma segreta dei Presidenti, ma esercitata con tale discrezione, che spesso noi giornalisti politici abbiamo ricostruito i suoi interventi solo in via induttiva.

Tuttavia Mattarella sta davvero dappertutto: in forma di battuta nei film di Zalone, in forma ufficiale in ogni vertice, persino come fuorionda al nostro fianco, nei giorni del Covid-19. Ve lo ricordate quel messaggio trasmesso per sbaglio? Il presidente, ignaro di essere in diretta, dialoga con Giovanni (il suo portavoce, Giovanni Grasso) aggiustandosi il ciuffo: «Ehhh.. Non vado dal barbiere neppure io!». Di solito i fuorionda rivelano i lati oscuri dei politici gaffeur che ignari di essere spiati si mostrano sfigati, o collerici, o comici, o magari rivelano indiscrezioni e segreti di Stato. Al contrario di tutti quei malcapitati destinati a “Scherzi a parte”, invece, quel Mattarella sembrava un presidente della porta accanto, uno che dice agli operatori: «È l'ultima volta che lo rifacciamo, prometto!». Uno che quando sbagliava nella lettura si lasciava sfuggire un pacatissimo: «O signore! Non riesco a vedere il gobbo!». Ecco, questo Mattarella sembra finto, ma è quello autentico: lo stesso che si è rivelato prezioso nel ruolo più raro e delicato che esista in questo Paese. Quello dell'arbitro. Ci aspetta una stagione tumultuosa e difficile: gestire le risorse, ricostruire una economia fatta a pezzi dal Covid-19, riaprire le scuole, recuperare diritti sociali che abbiamo perso, come quello ai matrimoni e ai funerali (pubblici).

Io di Mattarella so che non ha ambizioni, velleità, che in questi anni ha lavorato per sottrazione, operando in modo discreto, e senza lasciare impronte digitali. Se Mattarella facesse davvero un bis, a fine mandato sarebbe più giovane di Napolitano e di Pertini, praticamente un ragazzo, di 87 anni. Potrebbe essere votato da tutti. Siccome le squadre della politica in campo in questo Paese si pestano con colpi bassi, e siccome non ce ne sono molti di arbitri, in giro, sarebbe bello che, almeno questo, ce lo tenessimo stretto.

LUCA TELESE
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