T orna a trionfare la videopolitica nel segno dei due Mattei. E ieri è arrivato anche il verdetto dell'Auditel, il giudizio del grande pubblico, che ha sancito un indubbio successo: un italiano su quattro - infatti - martedì sera era sintonizzato su “Porta a porta”.

Un esercito di tifosi politici, dunque, è entrato nella Terza Camera dello Stato, per vedere dibattere Salvini e Renzi, seguendo i tifosi calcistici che si erano raccolti - sempre su Raiuno- per la Nazionale. “I due Mattei” dunque sono stati aiutati dal traino del calcio, ma con il loro spettacolo ci hanno tenuti tutti lì, incollati allo schermo. E così il caleidoscopio impazzito della tv ha prodotto due risultati che vale la pena di indagare: un beneficio per tutti (la sfida che prevale sui monologhi, meno male) e un effetto positivo per i due Mattei che si sono legittimati a vicenda (chiamali scemi). Meraviglioso effetto ottico del piccolo schermo, che rende tutto più grande: proprio mentre quelli che in questo momento contano davvero (il premier e i ministri del nuovo governo) erano chiusi a Palazzo Chigi a votare quello che in questo momento conta davvero (la nuova finanziaria) i due grandi sconfitti degli ultimi mesi si legittimavano a vicenda nel tempio catodico della seconda serata.

Ed era geniale la vignetta di Makkox su “Il Foglio” di ieri che li immaginava dietro le quinte, in realtà amiconi, fronte contro fronte, stretti in un abbraccio virile con il primo Matteo (Salvini) che toccando indice e pollice nel tipico gesto della pinza diceva: «Capisci? Ci sono arrivato un tanto così!». (...)

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