P roviamo a dirla come nessuno dei due interessati ammetterà mai che sia andata. L'accordo con Bruxelles è stato sottoscritto così: l'Italia ha fatto finta di fregare l'Europa e l'Europa ha fatto finta di farsi fregare.

Ovvio che nessuno dei due contraenti possa ammettere questa spiacevole verità: perché a Bruxelles Moscovici e Junker sarebbero scotennati dai rigoristi dei paesi del nord Europa e dai falchi tedeschi, e se a Roma Giuseppe Conte (regista e padre dell'accordo) cantasse vittoria dicendo questa verità scatenerebbe una reazione ritorsiva che farebbe saltare il tavolo da gioco.

Quindi stiamo ai fatti: giusto o sbagliato, con l'intesa che è stata siglata restano in piedi i tre provvedimenti-simbolo di questa manovra. Quello sulle pensioni con Quota 100, quello sul reddito di cittadinanza e la cosiddetta mini-Flat Tax al 15% che (ridendo e scherzando) viene sempre trascurata, ma riguarda 900mila persone con partita Iva. Bene, il grande dubbio del giorno dopo è questo: dove è avvenuto il famoso ultimo taglio che ha portato il saldo complessivo al 2.04% di deficit? Le corrispondenze da Bruxelles che citano gli sherpa della commissione ci dicono questo, l'Italia ha accettato di tagliare i famosi tre miliardi che mancavano dalle due misure simbolo: Quota 100 e reddito. E spiegano: il reddito infatti partirà dopo la data in cui era stato effettivamente previsto, e questo produrrà un risparmio sulla cifra totale stanziata, che avrebbe dovuto coprire tutto l'anno. (...)

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