E meno male che «l'unica cosa da evitare è che la psicosi faccia più danni della malattia». Così parlò ieri sera, in apertura di seduta, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. «È necessario», altro auspicio, «che proprio dalla nostra terra parta un segnale di tranquillità e di serenità: la Sardegna attende i turisti che, da tutto il mondo, sceglieranno la nostra Isola per le loro vacanze».

Forse Pais non aveva messo in conto il successivo intervento dell'amico di partito (la Lega) Mario Nieddu, assessore alla Sanità. Medico, Nieddu ha rassicurato noi sardi sul fatto che il sistema sanitario regionale si stia preparando a un piano straordinario in grado di reggere l'urto potenziale di questa bruttissima influenza. Ne siamo tutti felici. L'assessore però è andato molto oltre, sciorinando nel suo discorso numeri da brivido. Il piano di cui sopra «consentirebbe di isolare 110 mila persone». Certo, l'assessore ha precisato che si tratterebbe «del peggiore degli scenari». Già, meglio mettere le mani avanti. Magari traducendo anche i calcoli di non meglio precisati esperti: nell'Isola «i soggetti potenzialmente a rischio contagio sarebbero 400 mila». Sì, l'assessore ha detto proprio così. Visto che ci siamo, aggiungiamo «che il 5%, cioè 20 mila, si troverebbero in situazioni di criticità, 4 mila a rischio terapia intensiva». Condizioni «estreme», sia chiaro, ha “tranquillizzato”, bontà sua, l'assessore. E meno male - l'aveva detto poco prima il presidente del Consiglio - che il primo nemico da sconfiggere è la psicosi. Qualcosa non torna.
© Riproduzione riservata