A d Austis no, non si voterà nemmeno questa volta. Tra gli 800 abitanti del paese de sa crabarissa resta la crisi di vocazioni. Nessuno vuole fare il sindaco. Per fortuna è andata meglio di un anno fa a Sarule, Ortueri, Magomadas e Putifigari: l'alternativa al commissario c'è, le quattro comunità hanno espresso un aspirante primo cittadino. L'avversario si chiama quorum. Lo stesso che dovranno affrontare le candidate e i candidati di Onanì, Esterzili, Genoni, Illorai e Sorradile. Andrebbero premiati per la disponibilità e il coraggio con un pieno di voti e non solo con un sei di stima rappresentato dal 50 per cento più uno degli elettori. Pensiamoci. In molti dei nostri paesi, se le strade consentono di arrivarci, spesso è difficile persino utilizzare il telefonino. Figurarsi avere una scuola o un parroco (a proposito di crisi di vocazioni) in esclusiva . Poter contare su un sindaco, su queste colonne già ribattezzato come l'ultimo dei samurai, significa avere una voce amica che amplifica i problemi e prova a risolverli. In quella trincea, avamposto di uno Stato canaglia, che è il Municipio.

Ci piaceva partire dai nostri piccoli paesi per parlare di una tornata elettorale che, tra i 28 Consigli comunali da rinnovare, vede sotto i riflettori nazionali Cagliari e Sassari. Ma nel capoluogo sardo, a differenza della città turritana, sarà impossibile replicare la sfida delle Regionali per l'assenza del Movimento Cinque Stelle. «Ci sono valori che fanno parte del nostro Dna a cui non rinunciamo in base alla convenienza», ha detto Luigi Di Maio al nostro Giulio Zasso. (...)

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