C aro Gesù Bambino e caro Babbo Natale (così non scontentiamo nessuno), dateci oggi, domani e via via sino a fine febbraio una campagna elettorale che ci faccia capire chi merita di governare la Sardegna. Sinora, aspettando che il quadro dei candidati alla presidenza si completi, abbiamo capito poco di cosa vorranno fare per conquistare la nostra fiducia e il nostro voto.

L'unica certezza è la sanità. Molti hanno fatto a gara nell'annunciare che, conquistata Villa Devoto, smantelleranno pezzo per pezzo il castello dell'Azienda unica per la tutela della Salute, costruito con fatica (e non solo) negli ultimi cinque anni. Ed è un coro polifonico. Con tante voci insospettabili, non necessariamente tra chi ha cambiato (persino più volte) casacca. Altro giro, altra corsa. Si sa, nulla è per sempre. Figurarsi la simpatia per un partito o per un'alleanza fondata sull'opportunità, personale e politica. L'elenco di chi può sentirsi chiamato in causa è lunghissimo, basta rileggere gli ultimi anni e gli ultimi mesi. Una realtà che è anche figlia nostra, più o meno legittima. Sarà pure banale, ma siamo noi, in questa Repubblica che qualche volta evoca frutti esotici, a decidere chi ci governerà. Ecco perché, caro Gesù Bambino e caro Babbo Natale, ci piacerebbe poter scegliere con la testa, magari anche con il cuore, ma con la pancia no, con la pancia abbiamo già dato.

Non ci possiamo accontentare di una classe politica che, allargando le braccia, ci ricorda che siamo gli unici in Europa senza metano. Lo sappiamo già. (...)

SEGUE A PAGINA 5
© Riproduzione riservata