L'epicentro delle incursioni di droni sospetti resta il fianco nord-orientale, ma l'onda d'urto travalica i confini: in Europa si parla ormai senza esitazioni di "guerra ibrida" con Mosca. E a rendere ancora più cupo il quadro è stato Volodymyr Zelensky, che ha denunciato l'intercettazione di uno sciame di 92 droni diretti verso la Polonia, avvertendo che «l'Italia potrebbe essere la prossima».

Anche se il ministro degli esteri Antonio Tajani afferma di non credere che l'Italia sia un obiettivo militare: «La difesa aerea italiana è comunque in grado di verificare cosa accade e di abbattere droni con intenzioni minacciose», ha spiegato.

Dopo il sorvolo sull'aeroporto di Copenaghen che martedì ha scosso i cieli danesi, nuovi velivoli non identificati sono comparsi sopra la più grande base militare del Paese scandinavo, alimentando l'allarme su azioni che sono «provocazioni» calcolate dal Cremlino per testare fino a dove possa spingersi.

Azioni che il ministro degli Esteri Sergej Lavrov smentisce: «Non abbiamo nulla da nascondere. Non prendiamo di mira Paesi europei con i nostri droni o missili, siano essi membri dell'Ue o della Nato. Gli incidenti accadono, ma non attacchiamo civili né infrastrutture».

(Unioneonline)

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