"Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene, che il coronavirus non abbia colpito nessuno dei nostri cari. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell'Università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole".

Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, ha scritto una lettera ai suoi familiari che non vede da inizio marzo, quando ha ricevuto l'unica breve visita della sua lunga permanenza in cella. Ne dà notizia la rete di attivisti "Patrick Libero".

"Un giorno - aggiunge Patrick - sarò libero e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima".

Una lettera che induce all'ottimismo quella del giovane detenuto da oltre cinque mesi in carcere per reati d'opinione. Ora Zaky si trova nel maxi complesso carcerario di Tora, alle porte del Cairo: la prossima udienza per il rinnovo o meno della detenzione, dopo tanti estenuanti rinvii, è fissata al 12 luglio.

Nei giorni scorsi l'Egitto ha annunciato una grazia per 530 detenuti per decongestionare le carceri. Amnesty chiede al governo italiano di fare pressioni affinché ne possa beneficiare anche Patrick.

(Unioneonline/L)
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