La Cina è sempre più nel mirino per la scarsa trasparenza sulle origini del Covid-19. Ad aumentare la pressione ora è proprio Joe Biden, che ha chiesto all'intelligence Usa di "raddoppiare i suoi sforzi per raccogliere e analizzare informazioni che potrebbero portarci più vicino ad una conclusione definitiva" sulle origini del virus e di fargli un rapporto "entro 90 giorni".

"Come parte di questo rapporto, ho chiesto di investigare su altre possibili aree d'indagine, comprese specifiche domande per la Cina", ha spiegato Biden, che ha chiesto di coinvolgere in questo sforzo i laboratori nazionali ed altre agenzie governative, mantenendo "completamente informato" il Congresso.

Quindi ha lanciato un appello alla comunità internazionale per aumentare le pressioni su Pechino: "Gli Usa continueranno anche a lavorare con i partner che la pensano allo stesso modo nel mondo per premere sulla Cina perché partecipi ad una indagine internazionale completa, trasparente e basata sulle prove e affinché fornisca accesso a tutti i dati rilevanti e alle evidenze".

Biden ha chiesto un supplemento di indagini dopo aver ricevuto all'inizio di maggio un primo rapporto degli 007 senza un esito univoco. "Finora la comunità d'intelligence Usa si è unita intorno a due probabili scenari", ossia il contatto umano con un animale contagiato o un incidente di laboratorio, "ma non ha raggiunto una conclusione definitiva", ha riferito.

L'annuncio del presidente arriva all'indomani dello scoop del Wall Street Journal, che ha rivelato un rapporto d'intelligence secondo cui tre ricercatori del laboratorio cinese di virologia a Wuhan si ammalarono di una patologia non meglio precisata nel novembre del 2019 a tal punto da farsi ricoverare in ospedale, mentre il primo caso ufficiale di contagio da Covid risale all'8 dicembre.

PECHINO RESPINGE LE ACCUSE –  Pechino si difende attaccando. La Cina è infatti tornata ad accusare gli Stati Uniti di "diffondere teorie del complotto e disinformazione", puntando il dito sui suoi laboratori biologici e sulla base militare di Fort Detrick, in Maryland.

Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha affermato che è "irrispettoso" nei confronti della missione dell'Oms rilanciare la teoria dell'incidente di laboratorio, rischiando "di indebolire la solidarietà globale per combattere il virus".

Il Dragone ha messo nel mirino anche il massimo esperto Usa di malattie infettive, Anthony Fauci, bersagliato dai media statali cinesi dopo aver affermato di "non essere convinto che il virus abbia avuto una origine naturale".

"Le élite statunitensi scadono nell'immoralità, e Fauci è una di loro", è stato il titolo del commento di Hu Xijin, direttore del Global Times, il tabloid ultranazionalista del Quotidiano del Popolo, la 'voce' del Pcc, che ha ufficialmente aperto le ostilità contro l'immunologo. 

(Unioneonline/L)

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