Violazione delle norme antitrust, multa da 3 miliardi per Google: «Faremo ricorso»
Le irregolarità riscontrate dall’Ue riguardano il settore delle tecnologie pubblicitariePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Commissione europea ha multato Google per 2,95 miliardi di euro per aver violato le norme antitrust dell'Ue distorcendo la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie ("adtech"). Lo riferisce la Commissione in una nota. A Google è stato ordinato di porre fine a pratiche di auto-preferenza e di attuare misure volte a eliminare i conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura dell'adtech.
«La decisione della Commissione Europea sui nostri servizi di tecnologia pubblicitaria è errata e faremo ricorso», afferma in una nota Lee-Anne Mulholland, vicepresidente e responsabile globale degli Affari Regolamentari di Google. «Si impone una sanzione ingiustificata e si richiedono modifiche che danneggeranno migliaia di aziende europee, rendendo più difficile per loro generare profitti. Non c'è nulla di anticoncorrenziale nel fornire servizi ad acquirenti e venditori di pubblicità, e ci sono più alternative ai nostri servizi che mai».
Secondo la Commissione, Google ha distorto la concorrenza favorendo i propri servizi tecnologici di pubblicità display online a scapito dei fornitori concorrenti di servizi tecnologici pubblicitari, degli inserzionisti e degli editori online. Palazzo Berlaymont aveva aperto l'indagine nel giugno 2021 e due anni dopo, nel giugno 2023, aveva inviato a Google una comunicazione degli addebiti, alla quale l'azienda ha risposto nel dicembre 2023. In particolare, l'indagine della Commissione ha rilevato che Google detiene una posizione dominante nel mercato dei server di annunci per editori con il suo servizio "DoubleClick For Publishers"; e nel mercato degli strumenti di acquisto di annunci programmatici per l'open web con i suoi servizi "Google Ads" e "DV360".
Palazzo Berlaymont ha rilevato che, almeno tra il 2014 e oggi, Google ha abusato di tali posizioni dominanti, violando l'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, favorendo il proprio ad exchange AdX nel processo di selezione degli annunci gestito dal suo ad server dominante DFP, oltre che nel modo in cui i suoi strumenti di acquisto di annunci Google Ads e DV360 piazzano le offerte sugli ad exchange. Per l'Antitrust Ue le condotte di Google miravano intenzionalmente a conferire ad AdX un vantaggio competitivo, rafforzandone il ruolo nella catena di fornitura dell'adtech. La Commissione ha ordinato a Google di porre fine a queste pratiche di auto-preferenza e di attuare misure per risolvere i suoi conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura dell'adtech.
Secondo Google questo caso riguarda la sua attività pubblicitaria di terze parti, non gli annunci di ricerca. «Sebbene rappresenti una parte limitata della nostra attività», riferisce Google, «questa tecnologia aiuta gli editori a generare profitti consentendo agli inserzionisti di pubblicare annunci sui loro siti web, app e video, favorendo a loro volta l'accesso a un'ampia gamma di contenuti online. L'indagine della Commissione Europea si basa su interpretazioni errate del settore della tecnologia pubblicitaria, fortemente competitivo e in rapida evoluzione. Questa sanzione ingiustificata è solo un altro esempio dell'applicazione sproporzionata delle leggi da parte dell'Europa nei confronti delle aziende statunitensi».
(Unioneonline)