È guerra dei numeri sull'affluenza alle elezioni per l'Assemblea costituente venezuelana.

Se le opposizioni parlano di flop, e dicono che solo un milione e mezzo di persone si è recato alle urne, per Maduro al voto sono andati circa otto milioni di elettori.

I risultati sono stati comunicati dal presidente del consiglio nazionale elettorale, Tibisay Lucena, intorno alla mezzanotte locale, senza che fosse mai stata annunciata la chiusura delle operazioni di voto, che in alcune zone si sarebbero protratte fino a notte fonda.

Nell'Assemblea appena eletta siederà anche la First Lady Cilia Flores.

Nicolas Maduro, intanto, ha subito promesso misure contro il Parlamento (che è in mano all'opposizione), la Procura, i leader dell'opposizione, contro i quali sarà creata una "Commissione verità", e i media privati.

"Ora con la Costituente si ritornerà all'ordine pubblico e si imporrà la giustizia per ritornare alla pace", ha detto il presidente.

E ancora: "Revocheremo l'immunità parlamentare ai deputati dell'opposizione perché siano processati, agiremo contro la borghesia parassita". E poi gli attacchi ai media privati, che a suo dire avrebbero "censurato le elezioni", e in particolare all'emittente Televen, su cui sarà aperta un'indagine per "apologia di reato".

Nel mirino anche la procuratrice generale Luisa Ortega, che ha respinto il cambiamento della Costituzione: "La Procura va ristrutturata immediatamente - è la "minaccia" di Maduro - e va dichiarata in stato di emergenza: nessuno è al di sopra del potere costituente".

"È arrivato il tempo di una nuova storia", è la chiosa del leader chavista.

Il voto si è tenuto in un clima di forte tensioni, con le opposizioni che non ne riconoscono la validità e hanno sfidato il divieto di manifestare, dando vita a scontri che hanno causato almeno dieci morti, facendo salire a 119 il bilancio delle vittime da aprile, mese in cui sono iniziate le proteste.

LE REAZIONI INTERNAZIONALI - Molti Paesi hanno già espresso il loro rifiuto della nuova Costituente, e sono Colombia, Argentina, Perù, Panama, Messico, Costa Rica e Paraguay. Anche Washington ha preso le distanze e ha avvisato che prenderà misure ferree contro le persone che faranno parte dell'Assemblea. La Ue ha condannato l'uso della forza di Maduro. Anche il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano si dice "preoccupato" per il clima di violenza e parla di una Costituente che "non ha legittimazione democratica".

(Redazione Online/L)

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