Con la ripresa delle attività lavorative e della scuola, il virus torna a correre negli Usa, dove aumentano contagi, morti e ospedalizzazioni in quella che i media già definiscono una "quinta ondata" trainata dalla variante Delta.

I nuovi casi giornalieri viaggiano intorno ai 170 mila, i decessi hanno toccato i 1.500 (un terzo di quelli di gennaio, il mese più letale), mentre i ricoverati sono oltre 100 mila.

Un’altra brutta notizia per Joe Biden, già travolto dalla crisi afghana e dall'impennata dei prezzi.

Come se non bastasse le massime autorità sanitarie statunitensi, Fda e Cdc, hanno suggerito alla Casa Bianca di ridimensionare il suo piano di cominciare da questo mese con la somministrazione delle terze dosi di vaccino a chi ha ricevuto la seconda otto mesi fa. Hanno bisogno di più tempo per raccogliere ed esaminare i dati e probabilmente saranno in grado di esprimersi nelle prossime settimane, ma solo per chi ha ricevuto il vaccino Pfizer.

Meno di tre settimane fa Biden aveva annunciato che, previa autorizzazione della Fda, il governo dal 20 settembre avrebbe offerto la terza dose di Pfizer e Moderna, e probabilmente anche la seconda di Johnson & Johnson, partendo dalle categorie più vulnerabili.

Ora il presidente sarà probabilmente costretto a frenare la campagna.

Negli Stati Uniti la popolazione completamente immunizzata è ferma al 53%, al 62 i vaccinati con una sola dose.

Il numero di contagi è in aumento in quasi tutto il Paese ma solo alcune aree, in gran parte gli Stati del sud dove il tasso di vaccinazione è più basso, vedono una crescita parallela nei decessi. Florida e Louisiana stanno subendo il maggior numero di morti pro capite, superando il loro bilancio di gennaio. Nel Sunshine State sono stati acquistati 14 obitori mobili per gestire il numero "senza precedenti" di decessi, mentre in Alabama non c'è più posto per i cadaveri.

(Unioneonline/L)

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