Un film sul giovane sardo ucciso in IndiaProtagonisti i due accusati della morte
Francesco Montis, originario di Terralba, nell'Oristanese, è stato trovato privo di sensi in un hotel di Varanasi nel 2010.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Diventerà un film la storia di Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, i due ragazzi italiani che da 4 anni sono rinchiusi nel carcere indiano di Varanasi perché accusati dell'omicidio di Francesco Montis, il giovane di Terralba (Oristano) trovato morto il 4 febbraio del 2010 in un albergo della città di Varanasi. Domani è attesa la sentenza definitiva, con la quale l'Alta corte indiana deciderà se confermare o meno la pena dell'ergastolo. Nei giorni scorsi, la famiglia di Tomaso ha incontrato una troupe cinematografica guidata dal regista bolognese Adriano Sforzi, che intende ricostruire l'intera vicenda.
I FATTI - Francesco Montis era in vacanza in India insieme alla coppia di amici. Sembra che il giovane sardo fosse fidanzato con Elisabetta, ma la ragazza e Tomaso lo avrebbero ucciso per vivere serenamente la loro storia, tenuta segreta. In hotel i tre fanno uso di droga, poi Francesco si sente male, viene portato in ospedale, dove muore poco dopo. A nulla sono valse le dichiarazioni della madre della vittima, la quale ha sempre difeso la coppia sostenendo che suo figlio soffriva di problemi di salute. Secondo i difensori degli imputati mancherebbero le prove per inchiodarli: l'autopsia, inoltre, sarebbe stata condotta da un medico oculista, e l'ospedale sarebbe stato invaso dai topi, motivo per cui il corpo di Francesco è stato rapidamente cremato. I due giovani, da quando sono stati arrestati, non hanno potuto godere di alcun permesso premio, non possono telefonare ma solo scrivere lettere.
IL DOCUMENTARIO - Il vero protagonista del film sarà Tomaso, come ha spiegato il regista, che conosceva il ragazzo di persona: "Userò l'animazione per ricostruire la sua vita senza telefono, senza computer, in una baracca con altre 150 persone", ha detto Sforzi, promotore del progetto chiamato "Più libero di prima".