Dopo centosette vertici europei Angela Merkel saluta. La cancelliera accetta gli omaggi arrivati un po’ da tutti, anche dal Papa e da Obama, ma lo fa con la proverbiale pacatezza di chi non ama stare al centro dell’attenzione.

Lascia in un momento difficile per l’Unione europea: dallo stato di diritto all’immigrazione all’economia, non sono poche le crepe da ricomporre tra gli Stati membri.

Merkel avverte che per i leader Ue ci sarà molto lavoro da fare perché i "problemi irrisolti" sono più di uno. E il successo nel superare "le crisi del passato" non garantisce la riuscita anche per quelle in corso o che verranno.

"Lascio ora questa Unione europea sotto la mia responsabilità di cancelliera in una situazione che mi preoccupa", ha scandito Merkel citando le inquietudini suscitate dal caso Polonia. Lei, che in questi giorni si è spesa in prima persona parlando anche con il premier polacco Mateusz Morawiecki, è convinta che le sanzioni e le cause legali non risolveranno il problema dello stato di diritto in Ue.

Dialogare è sempre necessario, scandisce, ma rispettare i valori comuni è la base da cui partire. Perché per "coloro che hanno aderito all'Unione europea in un secondo momento" comunque "i Trattati erano ben noti".

Non solo i problemi con i Paesi dell’Est, perché il nodo migrazione e quello economico sono altrettanto difficili da dipanare. Ancor più senza lei, che – parola del premier lussemburghese Xavier Bettel – “era una macchina per gli accordi, anche quando pareva impossibile raggiungerli”.

Lascia tra elogi, standing ovation e omaggi, tra cui un oggetto d’antiquariato portafortuna donatole da Silvio Berlusconi. Spunta anche un videomessaggio di Barack Obama: “Grazie per le tempeste superate grazie alla tua guida”. “Un monumento” l’ha definita il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. “Una grande leader che passerà alla storia”, per Papa Francesco.

(Unioneonline/L)

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