Non si allenta la tensione per la mancata de-escalation della crisi Ucraina-Russia.

Nonostante le parole apparentemente rassicuranti e distensive del Cremlino su un presunto ritiro delle truppe russe al confine, secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden “abbiamo ragione di credere" che la Russia stia preparando un'operazione sotto "falsa bandiera" in Ucraina. Il rischio di un'invasione russa dell'Ucraina resta "molto elevato" e un attacco russo in Ucraina è possibile "nei prossimi giorni".

DRAGHI A MOSCA – I leader europei intanto si sono riuniti in Consiglio Ue a Bruxelles. "Per il momento episodi di de-escalation sul terreno non si sono visti", ha confermato il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi: "Dobbiamo perseguire la strategia della deterrenza ferma, non dobbiamo mostrarci deboli". "La nostra unità è la cosa che più ha colpito la Russia – ha aggiunto -. Non possiamo rinunciare ai principi fondanti dell'Alleanza".

Presto il premier andrà in missione a Mosca: "L'obiettivo – ha detto – è ora far sedere al tavolo il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L'Italia sta facendo il possibile per sostenere questa direzione".

LA NATO: “NESSUN SEGNO DI RITIRO” – "Nonostante le affermazioni di Mosca, finora non abbiamo visto alcun segno di un ritiro" delle truppe, "né di una riduzione dell'escalation. Al contrario", ha evidenziato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, l'ammasso delle truppe russe al confine "continua". 

La Russia "ha dispiegato forze e capacità sufficienti per lanciare un'invasione a pieno titolo dell'Ucraina con pochissimo o alcun preavviso, ecco perché la situazione è così pericolosa" e la Nato non conosce le "esatte intenzioni" di Mosca. L'ammasso delle truppe russe non fa parte delle "normali attività", è qualcosa di "minaccioso" che lascia intuire che possono "lanciare un attacco senza alcun preavviso". 

Il numero uno della Nato ha poi ribadito il principio di autodeterminazione: "La porta della Nato rimane aperta, qualsiasi decisione sull'adesione alla Nato spetta agli Alleati e ai Paesi aspiranti e a nessun altro". Il diritto di ogni nazione “a scegliere la propria strada è assolutamente fondamentale per la sicurezza europea e transatlantica e va rispettato".

(Unioneonline/D)

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