Massacrata in Afghanistan, con colpi d’arma da fuoco che le hanno cancellato il volto. 

C’è anche l’attivista e docente di economia Frozan Safi tra le quattro donne trovate morte in una casa di Mazar-i-Sharif, in Afghanistan. Safi è il primo difensore dei diritti delle donne a trovare la morte da quando i talebani sono tornati al potere, lo scorso agosto.

La 29enne era scomparsa da circa due settimane quando il suo corpo è stato identificato in un obitorio nella città nel nord del Paese.

"L'abbiamo riconosciuta dai suoi vestiti. I proiettili le hanno distrutto la faccia", ha detto la sorella di Safi, Rita, dottoressa.

"C'erano ferite da proiettile dappertutto, troppe da contare, sulla testa, sul cuore, sul petto, sui reni e sulle gambe". A quanto ha spiegato Rita Safi al Guardian, del suo anello di fidanzamento e della sua borsa non c'era traccia.

Non sono ancora state identificate le altre tre vittime ma secondo un portavoce dei Talebani, Qari Sayed Khosti, due sospetti sono stati arrestati. Le donne sarebbero "state invitate in casa dai sospettati", stando alle prime indagini. 

(Unioneonline/D)

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