"Non fare il duro", "non fare lo sciocco", "lavoriamo a un buon accordo. Tu non vuoi essere responsabile del massacro di migliaia di persone, e io non voglio essere il responsabile della distruzione dell'economia turca".

È uno dei passaggi della lettera inviata nei giorni scorsi dal presidente Usa Donald Trump al leader della Turchia Recep Tayyip Erdogan, poco prima dell'inizio dell'offensiva di Ankara contro i curdi in Siria del Nord.

A diffondere il testo della missiva, datata 9 ottobre, è stata la Casa Bianca.

"Non deludere il mondo - sollecita ancora il numero uno di Washington rivolto al suo omologo - puoi fare molto. Il generale Mazloum (ovvero il leader militare dei curdi siriani, ndr) è disposto a negoziare con te ed è disposto a fare concessioni che non avrebbero mai fatto in passato".

"La storia ti giudicherà favorevolmente" se rinuncerai all'offensiva trovando un'intesa con i curdi, mentre ti considererà "per sempre come il diavolo se non accadranno cose buone", conclude Trump, che ieri ha ricevuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, trattando, tra gli altri, anche il tema del conflitto in corso in territorio siriano.

Un tentativo di dissuasione che il presidente turco non ha preso in considerazione, dando il via, poche ore dopo, ai raid nella regione del Rojava. Raid che proseguono tuttora, in un'escalation che sta preoccupando la comunità internazionale e che ha visto anche l'entrata in campo della Russia.

Dal governo americano arrivano però minacce di ritorsioni nei confronti della Truchia. "Non voglio essere responsbile dell'affossamento dell'economia turca", ha ribadito lo stesso Trump, mentre il Il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, avverte Ankara: "Se non cesserà il fuoco in Siria, arriveranno ulteriori sanzioni americane".

(Unioneonline/l.f.)
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