Frustrato nei confronti di Vladimir Putin, il presidente Usa Donald Trump ha annunciato quelle che ha definito «enormi» sanzioni contro il settore petrolifero russo, nella speranza di costringere Mosca a porre fine alla guerra in Ucraina.

«Si tratta di sanzioni enormi (...) E speriamo che non durino troppo a lungo. Speriamo che la guerra finisca», ha dichiarato Trump ricevendo il Segretario Generale della Nato Mark Rutte nello Studio Ovale della Casa Bianca. «Un incontro fra Trump e Putin non è completamente escluso», ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, precisando però che è necessario vedere interesse e azioni da parte della Russia per mettere fine alla guerra in Ucraina.

Una decisione, quella degli Usa, che arriva poche ore prima del via libera da parte della Commissione europea del 19esimo pacchetto di sanzioni che «introdurrà nuove e complete misure su petrolio e gas, sulla flotta ombra e sul settore finanziario russo».

La decisione di Trump è stata accolta con favore dai leader europei e dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo. «È un messaggio forte e necessario che indica che l'aggressione (russa) non rimarrà senza risposta», ha affermato il leader ucraino.

Con queste misure, gli Stati Uniti prendono di mira due giganti russi del settore degli idrocarburi, Rosneft e Lukoil e per Washington sono il risultato della «mancanza di seria volontà della Russia di impegnarsi in un processo di pace per porre fine alla guerra».

Ma a stretto giro da Mosca è arrivata la replica del presidente russo Vladimir Putin. Le sanzioni, ha detto, sono «gravi», ma non avranno «un impatto significativo» sull'economia del Paese, anche perché è «impossibile» sostituire i prodotti petroliferi russi sul mercato mondiale. Poi, un avvertimento a Kiev: «Se l'Ucraina lanciasse attacchi con armi a lungo raggio», cioè con i Tomahawk, «contro la Russia, la risposta sarebbe sbalorditiva, schiacciante». 

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev si è spinto oltre, e ha definito le nuove sanzioni Usa - insieme all'annullamento del vertice di Budapest da parte di Trump - «un atto di guerra contro la Russia». «Gli Stati Uniti sono il nostro nemico. E il loro loquace 'custode della pace' è ora completamente sul piede di guerra contro la Russia», ha scritto Medvedev sul suo canale Max.

Contraria alle sanzioni Usa anche la Cina, secondo cui «non si basano sul diritto internazionale e non sono autorizzate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». «Una questione molto complicata. Non abbiamo neanche un dialogo permanente con Xi Jinping», ha detto Zelensky, accusando Pechino di aiutare Mosca. Ma nel corso della giornata l'agenzia Reuters, citando fonti commerciali, ha fatto sapere che le compagnie petrolifere statali cinesi hanno sospeso gli acquisti di petrolio russo trasportato via mare. Pechino, però, non ha confermato le indiscrezioni giornalistiche. Contestualmente le raffinerie in India, il maggiore acquirente di greggio russo trasportato via mare, sono pronte a tagliare drasticamente le loro importazioni, per conformarsi alle sanzioni Usa, come richiesto più volte da Trump.

(Unioneonline)

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