«È guerra». Lo ha dichiarato Hamas, che sabato ha attaccato Israele con il lancio di migliaia di razzi e con incursioni armate di miliziani via terra, e lo hanno dichiarato anche le autorità dello Stato ebraico, con il premier Benjamin Netanyahu che ha giurato «vendetta».

Gli scontri continuano e i morti si contano a centinaia da entrambe le parti. E poi ci sono i feriti – migliaia – e i dispersi e gli ostaggi, come i tantissimi ragazzi sorpresi dai miliziani armati durante un rave party vicino alla Striscia, di cui si sono perse le tracce

Lo Stato ebraico ha ricevuto solidarietà e appoggio dalla gran parte della comunità internazionale (Italia compresa, nel corso di un colloquio telefonico tra la premier Meloni e Netanyahu), mentre l’azione senza precedenti di Hamas ha trovato invece sponda nell’Iran e negli Hezbollah libanesi. 

Proprio il sostegno di Teheran e l’altissima tensione al confine tra Israele e Libano hanno convinto gli Stati Uniti a spostare le proprie portaerei nel Mediterraneo orientale. 

Lo ha annunciato il capo del Pentagono Lloyd Austin, mentre il presidente Joe Biden ha assicurato a Netanyahu «ulteriori aiuti», a cominciare da armamenti. 

In questo scenario, lo Stato ebraico ha invece inviato carri armati verso la Striscia e continua a colpire posizioni di Hamas. Hamas che, ha sostenuto Israele senza mezzi termini alle Nazioni Unite, «deve essere cancellata».

«È il momento per cancellare completamente le infrastrutture terroristiche di Hamas», ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan prima della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza.

«I soldi dati a Gaza vengono usati non per mangiare o per costruire scuole, ma solo per i terrorismo». «Gli incentivi economici – ha concluso Erdan - non possono cambiare un'ideologia genocida. Non avrebbe funzionato con l'Isis e con Al Qaida, non funziona con Hamas».

(Unioneonline/l.f.)

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