Israele-Hamas: «È guerra». Centinaia di morti, migliaia di feriti
Proseguono gli scontri tra lo Stato ebraico e i miliziani palestinesi. Appello del Papa per porre fine agli attacchiControffensiva di Israele dopo l'attacco di Hamas. Una colonna di carri armati è diretta verso Gaza mentre il premier Netanyahu si è riunito con ministri e capi militari e scontri a fuoco con Hamas sono in corso vicino Gaza.
Il gabinetto di sicurezza del Governo ha votato la messa in stato di guerra del Paese e che si possono quindi intraprendere «attività militari significative». Il passaggio del Gabinetto di sicurezza è necessario in base alle leggi israeliane secondo cui non si può andare in guerra senza una decisione del governo.
Il bilancio aumenta di ora in ora: ci sono centinaia di morti e feriti da entrambe le parti.
I feriti sono migliaia e si contano anche moltissimi ostaggi e dispersi.
L'Esercito di Israele ha fatto sapere di aver condotto 500 attacchi su Gaza e di aver ucciso 400 miliziani, mentre Hamas riferisce di tenere gli ostaggi nei tunnel e di aver avuto «il sostegno dell'Iran» nell'attacco. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha confermato, dicendo che il suo Paese «sostiene la legittima difesa della nazione palestinese».
In campo anche Hezbollah con colpi di artiglieria e di missili guidati dal Libano su posizioni israeliane nella zona contesa delle Fattorie di Sheeba. E Tel Aviv risponde, colpendo anche obiettivi di Hezbollah in Libano come rappresaglia.
In Israele sarebbero ancora presenti "due cellule dormienti" di Hamas pronte ad entrare in azione se i militari israeliani entreranno nella striscia di Gaza per un'operazione di terra.
Una donna israeliana ha postato sui social la foto della sua nonna di 85 anni che è stata presa in ostaggio da Hamas. «Questa è mia nonna ed è stata catturata e portata a Gaza», ha scritto Adva Adar aggiungendo «il suo nome è Yaffa Adar ed ha 85 anni». La signora era in uno dei kibbutz nel quale sono arrivati i miliziani armati di Hamas.
Ieri mattina è scattata l’operazione “Diluvio al-Aqsa" con Mohammad Deif, capo di Hamas, che ha parlato di “grande rivoluzione”.
«Ci vendicheremo con Hamas per questa giornata nera» ha detto il premier Benjamin Netanyahu in un discorso alla nazione nel quale ha ribadito che «l'esercito userà tutto la sua forza per scalzare Hamas, li colpiremo ovunque». «Quanto accaduto non si era visto in Israele e farò in modo che non accada di nuovo». Secondo il premier «sarà una guerra per la quale occorrerà tempo, sarà difficile, giorni di sfida sono davanti a noi». Poi ha ammonito Hamas a «non torcere un solo capello agli ostaggi a Gaza». «Voi - ha aggiunto rivolgendosi a loro - fate parte della catena degli eroi di Israele e siamo tutti con voi».
PAPA FRANCESCO – «Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente provocando centinaia di morti e feriti», ha detto papa Francesco all'Angelus. «Gli attacchi di armi si fermino, per favore - ha aggiunto -, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano ad alcuna soluzione, ma solo alla morte di tanti innocenti». «La guerra è una confitta, è sempre una sconfitta - ha sottolineato il Pontefice -. Preghiamo perché ci sia la pace in Israele e in Palestina».
ATTACCO AI TURISTI – Un attacco è stato compiuto contro un gruppo di turisti israeliani ad Alessandria d'Egitto. Lo riportano media arabi, citati da Haaretz, sottolineando che due turisti israeliani sono morti. Il ministero degli Esteri israeliano - riportano i media - sta verificando la notizia. A sparare è stato un agente di polizia nella zona del santuario Aumd al-Sawari nella zona di El Manshiyya. Lo ha riferito l'emittente egiziana Extra News citando una fonte della sicurezza e sottolineando che oltre a due turisti israeliani è rimasto ucciso anche un egiziano mentre un altro è rimasto ferito. Il poliziotto è stato immediatamente arrestato e il ferito è stato trasferito in ospedale per essere curato.
PARROCO ITALIANO IN UN TUNNEL CON 35 PELLEGRINI – «Qui c'è un po' di confusione, abbiamo sentito le sirene e abbiamo visto i razzi e il fuoco di contraerea. Non è stato piacevole. Ora siamo in hotel. Stiamo tutti bene». È la testimonianza da Gerusalemme di un parroco veneto, don Mirko Dalla Torre, che in questi giorni è in pellegrinaggio assieme a 35 fedeli della comunità di Sernaglia della Battaglia (Treviso). Lo riporta il sito de L'Azione, settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto. «Siamo comunque riusciti a visitare il Santo sepolcro. Eravamo al Muro del Pianto e ci hanno mandato in un tunnel per due volte, perché Hamas stava attaccando Gerusalemme. C'era la possibilità che cadessero dei missili al tempio. Abbiamo sentito dei colpi e poi la guida ci ha fatto uscire perché era troppo pericoloso restare. La Spianata del Tempio non si può visitare. Al Tempio c'era un grosso gruppo di ragazzi che inneggiava contro Hamas».
(Unioneonline/s.s.-L)