Il “Super Tuesday”, il giorno in cui negli Usa sono in programma più primarie in vista delle presidenziali, premia Donald Trump. Se, infatti, fra i democratici il risultato era scontato perché in gara, in sostanza, c’era solo il presidente in carica Joe Biden, fra i repubblicani la sfida aperta fra il tycoon e Nikki Haley decreta la vittoria dell’ex presidente quasi ovunque.

Trump ha vinto in 14 stati: Alabama, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Virginia, Arkansas, maine, Massachusetts, Colorado, Texas, California, Utah e Alaska. Mentre Nikki Haley ha vinto in un solo Stato, il Vermont, evitando così lo «sweep» ovvero il cappotto a favore di Trump.

Prima che fossero annunciati tutti i risultati, il tycoon ha pronunciato in diretta tv il suo 'victory speech' a Mar-a-Lago, dove domenica ha incontrato anche Elon Musk ed altri finanziatori repubblicani, a caccia di soldi per la sua campagna ma forse anche per pagare i quasi 500 milioni di sanzioni per gli asset gonfiati.

«Lo chiamano Super Tuesday per un motivo, è stata una serata formidabile», ha detto Trump vantandosi di aver fatto «una cosa che nessuno avevo fatto prima nella storia» e accusando Biden di essere «il peggior presidente di sempre».

Quindi ha profetizzato che il partito repubblicano "sarà presto riunito", aumentando la pressione perchè Haley lasci la corsa.

Biden gli ha risposto duramente ma solo con un comunicato della sua campagna: Trump «è determinato a distruggere la nostra democrazia, a strappare le libertà fondamentali come la possibilità per le donne di prendere le proprie decisioni in materia sanitaria, e a approvare un altro round di miliardi di dollari in tagli fiscali per i ricchi - e farà o dirà qualsiasi cosa per andare al potere».

Anche la Haley ha preferito affidarsi ad una nota per replicare al tycoon, sostenendo che «l'unità non si raggiunge dicendo semplicemente 'siamo uniti’». «Resta un ampio gruppo di elettori repubblicani profondamente preoccupati da Trump...questa non è l'unità di cui il nostro partito ha bisogno per avere successo. Affrontare queste preoccupazioni renderà il partito e l'America migliori», ha ammonito. Ora dovrà decidere se continuare o meno la gara, anche se non ha alcuna speranza di raggiungere il quorum per la nomination. Ma dopo il Super Tuesday sa di poter contare su un patrimonio di voti che veleggia mediamente intorno al 20% (anche nello stato in bilico del North Carolina), superando il 30% in Virginia, Colorado, Minnesota, e sfiorando il 40% in alcuni Stati, come in Massachusetts. Quel che basta per far perdere Trump il 5 novembre. 

(Unioneonline/v.l.)

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