Sulla possibilità che compisse una strage era stato informato anche lo sceriffo. Ma la segnalazione non è stata presa troppo sul serio, sino al giorno della strage.

Sei settimane prima che il riservista dell’esercito Robert Card uccidesse 18 persone a Lewiston, nel Maine, era stata allertata anche la polizia, senza che quest’ultima intervenisse in alcun modo. Lo rivela il New York Times, citando fonti delle forze dell'ordine. L'allarme sull’uomo era molto più esplicito di quanto i funzionari del Maine abbiano pubblicamente ammesso in seguito all'attacco di mercoledì scorso, la sparatoria di massa più letale quest'anno negli Stati Uniti. A settembre il dipartimento per i riservisti infatti ha contattato le forze dell’ordine locali denunciando che il killer era in preda a «deliri paranoici e  – in particolare – sosteneva di essere stato accusato dai suoi commilitoni di essere un pedofilo prendendo anche a pugni uno di loro».

Card, secondo quanto riferito, era stato ricoverato in un ospedale psichiatrico di New York per due settimane a luglio. Non solo, il sergente dello sceriffo, Aaron Skolfield, era stato a casa del killer il 16 settembre cercando di mettersi in contatto con lui. Ma, anche se era evidente che in casa ci fosse qualcuno, nessun ha aperto la porta. La famiglia dell’omicida inoltre aveva riferito alla polizia di aver provato a più riprese a portargli via le armi in suo possesso. 

(Unioneonline/v.f.)

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